Di Maio: “Soglia del 2% di deficit non è un tabù, senza reddito di cittadinanza non votiamo manovra”
Il governo è pronto ad aumentare il deficit per riuscire a elaborare una legge di bilancio che contenga tutti i punti principali promessi negli scorsi mesi, a partire dal reddito di cittadinanza. Il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, intervenendo a Radio Capital, spiega le intenzioni dell’esecutivo: “Siamo ben consapevoli che ci sono equilibri finanziari e conti da tenere in ordine, ma la soglia del 2% non è un tabù”. Per Di Maio, “non è una sfida a fare deficit, ma a mantenere le promesse tenendo in ordine i conti e lasciando ai nostri figli e ai nostri nipoti un'Italia migliore”. Si parte dalla spesa prevista per gli interventi, una volta quantificata si vedranno “i tagli, ad esempio gli sconti a piattaforme petrolifere e alle banche. Quello che avanza lo faremo con un deficit positivo che poi ripaghiamo facendo crescere l’economia”. Il vicepresidente del Consiglio sottolinea che si sta discutendo “seriamente” della possibilità di andare oltre l’1,6% di deficit: “Non si possono solo tenere in ordine i numeri, prima soddisfiamo le esigenze dei cittadini”.
Anche la pensione di cittadinanza da 780 euro al mese arriverà a “gennaio 2019”, assicura Di Maio: “Tanta roba e tanti soldi, le abbiamo quantificate e credo che queste cose possano entrare nella legge di bilancio. Poi con il reddito di cittadinanza dal primo gennaio 2019 i pensionati minimi non dovranno avere meno di 780 euro al mese”. Di Maio conferma la fiducia nel ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ma ribadisce anche che all’interno del suo dicastero ci sono dirigenti che “remano contro”. “Ci fidiamo di Tria, ma tutti i cittadini sanno che nel ministero dell’Economia ci sono persone messe da quelli di prima e che ci remano contro”, precisa.
All’interno della legge di bilancio ci sarà anche l’Ires verde, “così che meno inquini e meno paghi”. Inoltre, Di Maio prevede un fondo “da un miliardo per risarcire i truffati delle banche”. Ma, precisa ancora il vicepresidente del Consiglio, “se la manovra non è coraggiosa il MoVimento non la vota”. E per questo il reddito di cittadinanza deve essere assolutamente inserito nella legge di bilancio, come spiegato dallo stesso Di Maio anche ieri sera in occasione dell'assemblea con il M5s, in cui ha detto che in caso di mancata inclusione della misura la manovra non verrà votata dai pentastellati. “Noi – argomenta – vogliamo fare una manovra che abolisca la povertà con pensione e reddito di cittadinanza, che aiuti le imprese con la flat tax e le sburocratizzazione, e abbia il superamento della Fornero”.
Il decreto Genova ‘oggi al Quirinale
Il decreto Genova dovrà arrivare entro oggi al Quirinale, assicura Di Maio tornando sulla polemica che si è aperta ieri dopo che la Ragioniera di Stato ha contestato la mancanza di coperture su alcune voci del testo, bloccando così il provvedimento in attesa dell’indicazione della sostenibilità finanziaria degli interventi previsti nel decreto. “Credo ci sia stata una interpretazione sbagliata – spiega Di Maio –. Ieri sera abbiamo chiamato il ministero dell'Economia e ci hanno detto che entro stanotte sarebbe stato bollinato. Più tardi chiamerò perché in giornata il decreto deve andare al Quirinale”.
Di Maio torna anche sul crollo del Ponte Morandi e sulla relazione della commissione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, definita “inquietante” dall'esponente del governo: “Si dice che Autostrade sapeva tutto e non ha fatto niente. Ci apre una prateria per revocare la concessione ad Autostrade”. E per quanto riguarda la ricostruzione, il vicepresidente del Consiglio ribadisce che non verrà data la possibilità ad Autostrade “di mettere una pietra”.