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Di Maio risponde a Renzi: “Noi ci siamo, opportunità storica per cambiare l’Italia”

Il vicepresidente della Camera anticipa i temi dell’incontro di lunedì: “Noi andremo all’incontro e ci andremo consapevoli di essere davanti a una opportunità storica per cambiare l’Italia”.
A cura di Redazione
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Nella giornata di domani, con ogni probabilità, si terrà il secondo confronto tra la delegazione del Movimento 5 Stelle e quella del Partito Democratico sul tema della riforma della legge elettorale e delle modifiche all'assetto costituzionale (anche se in realtà su questo secondo punto siamo ancora alle "fasi preliminari"). Dopo la lettera nella quale Matteo Renzi aveva chiesto ai grillini parole chiare su 10 punti caratterizzanti la proposta politica del Pd, arrivano le prime risposte, affidate al vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Il deputato campano, in una intervista al Corriere della Sera, fa capire subito qual è lo spirito con il quale il Movimento 5 Stelle si appresta ad affrontare il nuovo incontro: "Noi andremo all’incontro e ci andremo consapevoli di essere davanti a una opportunità storica per cambiare l’Italia".

Nello specifico, Di Maio non si sottrae ad alcune risposte chiare sulle richieste fatte da Renzi: "l Pd vuole sapere le nostre risposte prima di sedersi al tavolo: bene, se hanno bisogno di qualche risposta gliela daremo […] Vogliamo mettere sul tavolo il concetto di stabilità, che è il presupposto per la governabilità. Stiamo mettendo a punto e porteremo una proposta che modifica il Democratellum e sarà una svolta che non potranno rifiutare […] L’ho già detto al tavolo con Renzi, non siamo contrari a prescindere né al doppio turno né al premio di maggioranza". Dal colloquio con Emanuele Buzzi emerge poi la disponibilità dei grillini a rinunciare anche alle preferenze negative "a patto di una norma stringente che escluda i condannati dal Parlamento". Poi l'affondo: "Ci sono anche altri punti che si possono affrontare. L’abolizione del Cnel, per esempio, per noi è scontata. E anche sulla riduzione delle indennità noi non ne sentiremmo la differenza: già ci tagliamo lo stipendio senza che ci sia la norma". Sulla riforma del Senato, poi Di Maio insiste: "Noi siamo per appoggiare una riduzione dei parlamentari, tagliando anche il numero dei deputati. Ripeto, il ddl Chiti, tra l’altro espressione di una parte del Pd, è solo una traccia".

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