Di Maio risponde a Meloni: “Mes? Ho firmato quando ero in carica, ingiusto parlare di complotti”
Luigi Di Maio torna sulla scena politica italiana per rispondere a Giorgia Meloni sul Mes. L'ex ministro, oggi inviato speciale dell'Unione europea nel Golfo persico parla di quel documento – "non è un fax", dice – sventolato in Parlamento dalla presidente del Consiglio per provare come il governo Conte bis avesse dato il via libera alla contesta riforma del Fondo Salva Stati mentre non era nel pieno dei suoi poteri. Di Maio, che in quel momento era ministro degli Esteri, però precisa: "La presidente del Consiglio ha messo in dubbio l'onore con cui ho amministrato la carica di ministro. Ha detto una bugia e una verità È vero che il governo Conte due ha votato la riforma del Mes. Lo ha fatto all'Eurogruppo e al Parlamento. Ma Meloni dice il falso quando sostiene che io ho firmato quando non ero nel pieno dei miei poteri. Quel documento porta una data: 20 gennaio 2021. Il governo Conte è caduto il 26 gennaio".
Ospite della trasmissione Piazzapulita su La7, Di Maio ribadisce: "Nell'ultimo anno tante volte ho sostenuto la presidente del Consiglio su scelte coraggiose, sull'Ucraina o quando ha dato continuità alla politica fiscale del governo Draghi. Ma io ho firmato quell'atto quando ero nel pieno dei miei poteri. Dire che gli ambasciatori abbiano agito complici di un complotto non è giusto. Non c'era nulla di segreto, mettere in dubbio la serietà delle istituzioni non fa mai bene a nessuno".
Di Maio commenta anche la fotografia citata da Meloni in Aula, parlando di politica estera, di Mario Draghi sul treno per Berlino al fianco di Emmanuel Macron e Olaf Scholz. "Ricordo la fotografia e ne ricordo il significato politico. Era subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. I tre leader salgono quel giorno sul treno senza ancora l'accordo sull'allargamento dell'Unione Europea all'Ucraina. Ne discendono compatti sulla linea che si è vista proprio oggi con la decisione del Consiglio europeo di aprire il negoziato con l'Ucraina per l'ingresso nell'Unione, che significa dire agli ucraini ‘noi siamo con voi'. Ma devo dire che quando Meloni ha tenuto una linea atlantista le ho dato atto. Quella foto aveva un significato politico che la storia riconoscerà ai tre leader".
Sull'uscita dell'Italia dalla Via della Seta cinese – un accordo firmato quando il suo ex partito, il Movimento Cinque Stelle, era al governo – Di Maio afferma che sia giusto abbandonare gli accordi commerciali che non funzionano, o comunque non danno i risultati sperati. Al tempo stesso, però, sottolinea come il patto con la Cina sia stato firmato alla vigilia dello scoppio della pandemia di coronavirus, in seguito alla quale il Paese è rimasto completamente chiuso e blindato. "Meloni comunque ha mantenuto la promessa, era nel suo programma elettorale, ci mancherebbe altro. Ha fatto quello che gli avevano chiesto i suoi elettori", ha concluso.