Di Maio riposiziona il Movimento 5 Stelle: “Parliamo al ceto medio, a imprese e partite Iva”
Un nuovo Movimento 5 Stelle, che parli al ceto medio, alle imprese e alle partite Iva: è questo il progetto delineato dal ministro degli Esteri ed ex capo politico pentastellato, Luigi Di Maio. Il titolare della Farnesina ne parla in un’intervista a La Stampa: “Siamo cambiati senza mai rinunciare a noi stessi, soprattutto ai nostri valori. Rappresentiamo quella parte del Paese che ha più bisogno del cambiamento, il ceto medio che paga le tasse, che non si tira mai indietro e che porta ogni giorno sulle spalle il peso della collettività. Noi parliamo a loro e lo faremo ancora a lungo”. L’idea di Di Maio sembra quella di andare a prendersi una fetta di elettorato di centrodestra: “I cittadini vedono che il centrodestra è diventato destra e non è più in grado di combattere le loro battaglie. Noi vogliamo tutelare le imprese, le professioni dimenticate, le partite Iva. E crediamo nella riforma fiscale e in quella della giustizia. Tutti temi che non possono essere affrontati in modo ideologico”.
Di Maio rivendica i risultati ottenuti dal Movimento 5 Stelle al governo, ricordando che si tratta dell’unica “forza politica che ha fatto parte degli ultimi tre governi, contribuendo in modo significativo a ottenere i risultati che cominciamo a vedere. Penso alla gestione della pandemia, alle proiezioni di crescita economica al 4% o ai dati record sull’export. Penso anche alla capacità di mettere al centro dell’agenda Draghi il tema della transizione ecologica di cui in questi giorni si è discusso al G7 e di cui si discuterà ancora al G20 di Napoli”.
Ci sono poi le beghe interne al Movimento, con l’ipotesi addirittura di un cambio di nome a cui starebbe pensando, secondo alcune indiscrezioni, il neo-leader Giuseppe Conte: “Parlo con Conte continuamente e non mi risulta che ci sia in cantiere il cambio di nome. Mi risulta invece che ci sia in atto un tentativo per fare finalmente del Movimento una forza responsabile, organizzata e ragionevole. Uniti possiamo raggiungere l’obiettivo”. A chi gli chiede come sia stata stabilita la leadership di Conte, il ministro degli Esteri risponde: “Le leadership non nascono solo dall’atto del voto. Sono anche un processo di avvicinamento. E Conte gode di un largo consenso sia interno che esterno. Una legittimazione che è già nei fatti presto diventerà anche formale. Io sono stato messo in contrapposizione con tutti. Da Di Battista a Casaleggio padre, da Grillo a Casaleggio figlio. Adesso è la volta di Conte. La verità è che il Movimento è la mia casa e io al Movimento sarò sempre leale. Il consenso di cui godo non sarà mai contro, ma soltanto per”.