Di Maio: “Reddito di cittadinanza in manovra o ci sarà un grosso problema per il governo”
Il reddito di cittadinanza deve essere nella prossima legge di bilancio o per il governo ci sarà “un grosso problema”. A dirlo è il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, intervistato durante la trasmissione di Rai 3 Carta Bianca. “Il reddito cittadinanza? O c’è o è un grosso problema per il nostro governo. Agli italiani abbiamo fatto delle promesse, non voglio minacciare ‘il governo cade’”, afferma Di Maio incalzato dalla conduttrice sul tema. “Stiamo parlando – spiega – dei 780 euro a persona da dare a 5 milioni di persone in povertà assoluta che sono anche persone che a volte lavorano ma non guadagnano, non hanno reddito. Gli voglio dare un percorso di formazione e reinserimento. Con quali soldi? Stiamo facendo varie riunioni, ci sono tante voci di copertura e dimostreremo che manterremo le promesse”.
La discussione nasce dalla questione del vincolo del 3% da rispettare in Europa: “Abbiamo detto dal primo giorno che non era una sfida superare il 3%, ma se serviva per mantenere le promesse si poteva discutere. Sembra non servire. La Flat tax, il tema delle pensioni con il superamento della Fornero e il reddito di cittadinanza si devono fare e devono entrare nella legge di bilancio”. Di Maio assicura, quindi, che anche la quota 100 per le pensioni è nel contratto di governo e va attuata.
Il ministro del Lavoro parla anche del governo, contro cui ci sarebbe un “accanimento” perché “si spera che possa andare a casa. Stiamo togliendo le concessioni ad Autostrade, stiamo mettendo mano a una serie di potentati economici di questo Paese. C’è un sistema che ha paura”.
Il rapporto con la Lega e Salvini
Di Maio commenta quanto avvenuto sul caso della nave Diciotti e l’indagine a carico di Matteo Salvini, con le conseguenti dure parole contro la magistratura del ministro dell’Interno: “La decisione sulla nave Diciotti l’abbiamo presa come governo, ma se un magistrato avvia una indagine non lo si può accusare di essere di destra o di sinistra. Va rispettata perché è un organo dello Stato. Altrimenti non si può invocare quando c’è da arrestare i terroristi o i delinquenti. Noi non ci stiamo a entrare nell’epoca della seconda Repubblica e in questa battaglia tra esecutivo e potere giudiziario”.
Altro argomento è quello delle parole di Alessandro Di Battista che ha sostenuto la necessità che la Lega restituisca i 49 milioni di euro in seguito al processo per la truffa sui rimborsi elettorali: “Non vedo dove sia la notizia, nel senso che è chiaro che quei soldi vadano restituiti perché c’è stata la truffa. Ci crea imbarazzi di governo? No, perché risale ai tempi di Belsito e Bossi. La magistratura ha dato gli strumenti ai magistrati per riprendere i soldi: Salvini dice che non ci sono, il tema è che quei soldi vanno restituiti. Anche la Lega sarà d’accordo che vadano restituiti. Certo, il partito non starà vivendo un bel momento visto che tutti i soldi che entrano devono essere ripresi. Quello che ha combinato Bossi ricade sulla Lega di Salvini e una soluzione va trovata, senza criminalizzare l’attuale classe dirigente della Lega”.