Di Maio pubblica il “test sulla manovra del popolo”: il nostro fact-checking
Luigi Di Maio ci riprova ancora. Nonostante in seguito alla pubblicazione della prima lista di risultati raggiunti in questi primi sette mesi di governo siano usciti numerosi articoli di fact-checking volti a spiegare che molti dei provvedimenti annunciati nel post diffuso dal leader del Movimento 5 Stelle non sono in realtà state ancora realizzate e che in molti casi mancano ancora i decreti collegati recanti tutte le disposizioni per l'accesso alle misure, Di Maio ha pubblicato un nuovo post sulla stessa falsariga del primo bollando i fact-checking dei giornalisti come "balle".
"Stanno girando un po' troppe "balle" di Natale sulla manovra del popolo. Così ho fatto questo test. In questi giorni potrete utilizzarlo anche voi sottoponendo a parenti e familiari questi semplici quesiti", si legge nella didascalia a corredo del fogliettino svolazzante descritto come "test sulla manovra" da sottoporre ai (poveri) parenti durante le feste natalizie. Proviamo ad analizzare le varie voci:
- Aumento dell'Iva – Falso: Di Maio, senza specificare, scrive che il governo non ha aumentato l'Iva. L'affermazione può essere veritiera se circoscritta all'anno 2019, infatti le clausole di salvaguardia ammontanti a 12,4 miliardi di euro sono state neutralizzate, ma per il 2020 e il 2021 in manovra sono state inserite clausole ancor più pesanti: per evitare l'aumento dell'Iva nel 2020 saranno necessari 24 miliardi di euro, mentre nel 2021 ce ne vorranno 28,5 e sono ammontano a diversi miliardi in più rispetto alle cifre prospettate in passato. Non aumenterà l'Iva? Il governo assicura di no, ma viste le cifre in ballo il pericolo è più che concreto.
- Taglio pensioni normali – Falso: Di Maio sostiene che il governo non abbia tagliato le pensioni "normali", ovvero quelle basse, dimenticandosi però di specificare che in manovra è contenuto un provvedimento che blocca l'adeguamento Istat per cinque anni a tutte le pensioni superiori ai 1530 euro lordi mensili.
- Taglio delle pensioni d'oro – Vero: Sì, la legge di bilancio contiene una norma che prevede il taglio per le pensioni d'oro sopra i 4500 euro mensili: tra 100mila e 130mila euro sono previsti tagli del 15%, tra 130mila e 200mila euro la riduzione sarà del 25%, fra 200 mila e 350mila euro sarà del 30%, fra i 350mila e i 500mila del 35% e oltre i 500 mila del 40%. I tagli riguardano in tutto 24mila pensionati.
- Riduzione investimenti – Falso: Il governo sostiene non siano stati ridotti gli investimenti in manovra, ma stando a un'analisi dei prospetti di bilancio presentati il fondo da 9 miliardi in tre anni per gli investimenti inizialmente previsto dall'esecutivo ammonta ora a 3,6 miliardi nel triennio. Nel 2019 il fondo istituito presso il Mef ammonta ora a 740 milioni di euro (contro i 2.750 della versione originaria), nel 2020 a 1.260 milioni (da 3.000 milioni) e nel 2021 a 1.600 (da 3.300). In totale, il taglio al piano degli investimenti è di 5,4 miliardi. L'esecutivo sostiene che i fondi sono stati "spalmati" in varie voci di bilancio, ma a supporto di questa affermazione non ci sono evidenze.
- Si supera la Fornero – Vero: Insomma, anche in questo caso l'affermazione non può essere considerata veritiera. La riforma Quota 100 permetterà a chi ne farà richiesta di poter andare in pensione con 62 anni di età e 38 anni di contributi, dunque prima dell'attuale termine previsto dalla legge Fornero. Al momento, però, manca ancora il decreto ad hoc scritto per individuare la platea della misura e i requisiti di accesso. Stando alle varie dichiarazioni rilasciate da vari esponenti della maggioranza, il sistema quota 100 prevede che chi vorrà lasciare il lavoro in anticipo potrà farlo usufruendo di determinate finestre e che i dipendenti pubblici dovranno dare almeno 6 mesi di preavviso. Inoltre, sono previste decurtazioni agli assegni in quanto andare in pensione prima dei termini della Fornero provocherà un ammanco contributivo che si rifletterà sugli assegni dei pensionandi con una penalizzazione via via sempre più consistente. La misura, infine, riguarderà solamente 350mila pensionati, un po' pochi per definirla un "superamento della Fornero".
- Riduciamo la platea del reddito di cittadinanza – Falso: Il reddito di cittadinanza prevede fino a 780 euro per persona che non supera un Isee di 9.360 euro all'anno. Inizialmente il governo aveva stanziato 9 miliardi per reddito e pensioni di cittadinanza più un ulteriore miliardo per la riforma dei centri per l'impiego. Dopo la trattativa con la Commissione europea, lo stanziamento si è ridotto di due miliardi e il Governo si è limitato a spiegare che si stima che il reddito verrà richiesto solo dal 90% della platea potenziale di 5 milioni di persone e verrà erogato nel 2019 solo da aprile a settembre, dunque la riduzione non toccherebbe la platea dei beneficiari ma è frutto di una sorta di "aggiustamento statistico".
- Più tasse per assicurazioni e banche – Vero: questa è vera. Il gettito previsto è di circa 4 miliardi di euro.
- Taglio delle spese militari – Vero: nella prima versione della manovra sono stati introdotti tagli per 60 milioni di euro nel 2019 e un totale di 531 milioni tra il 2019 e il 2031. Insomma, i tagli sono previsti, ma si parla di mezzo miliardo circa in 12 anni. L'ammontare dei reali tagli, però, si potrà verificare solo a gennaio 2019.
- Aumento tassazione gioco d'azzardo – Vero: questa è vera. Dalle nuove tasse sui giochi d’azzardo il Governo conta di incassare oltre 800 milioni.
- Blocco delle assunzioni per i ricercatori – Falso: il governo dice di no, ma in manovra – nonostante il ministro della Pubblica Amministrazione avesse appena annunciato assunzioni statali e turn over del 100% – è previsto il congelamento delle assunzioni nella Pubblica Amministrazione fino al 15 novembre del 2019. Inoltre in manovra è stata inserita una proroga per le graduatorie di tutti i concorsi pubblici, ma quelle più vecchie scadranno il 30 settembre 2019.