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Di Maio: “Pronta proposta di legge per voto ai 16enni, fiducia nelle nuove generazioni”

Il Ministro degli esteri Luigi Di Maio ha confermato la volontà di andare avanti su quella che ha ricordato come una vecchia battaglia del Movimento cinque stelle: il voto ai 16enni. Stop invece al reddito di cittadinanza alla brigatista condannata per l’omicidio di Massimo D’Antona attraverso un emendamento ad hoc.
A cura di Antonio Palma
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"Il voto ai sedicenni si farà, nei prossimi giorni presenteremo la proposta di legge costituzionale per sancire questo diritto", così il Ministro degli esteri e capo del Movimento cinque stelle Luigi Di Maio ha confermato la volontà del suo partito di andare avanti su quella che ha ricordato come "una nostra vecchia battaglia". "Tanti hanno detto sì in Parlamento ma si è innescato il solito meccanismo dei grandi che dicono ai giovani che non son in grado, i sedicenni però devono poter votare" ha aggiunto Di Maio in diretta su Facebook . "Noi abbiamo fiducia nelle nuove generazioni, nei tanti incontri che ho avuto come ministro nelle scuole ho trovato tantissimi ragazzi con uno sprinto critico fortissimo e tanta capacità di analisi" ha sottolineato Di Maio, aggiungendo: "Sosteniamo l'educazione civica nelle scuole per permettere a tutti di formarsi una coscienza".

Decreto per togliere reddito di cittadinanza alla brigatista

Nel suo intervento Di Maio è tornato anche sulle polemiche nate attorno all’assegnazione del reddito di cittadinanza all’ex brigatista Federica Saraceni, condannata per l’omicidio di Massimo D'Antona. "Ho visto l'intervista della vedova D'Antona. Abbiamo scoperto che una delle brigatiste responsabili, condannata e posta agli arresti domiciliari, percepisce il reddito di cittadinanza. È un tema che dobbiamo necessariamente affrontare e vogliano affrontare. Per noi è molto importante intervenire" ha spiegato il leader penstastellato . "Io spero di incontrare la vedova D'Antona se lei vorrà anche per discutere  di questa questione. Ho sentito il ministro del giustizia Bonafede perché noi già abbiamo scritto una norma che se si è agli arresti domiciliari  non puoi percepire il reddito perché non è un sussidio e quando ti arriva la proposta di un lavoro tu non puoi uscire e quindi no lo puoi fare" ha spiegato DI Maio, aggiungendo: "Forse non c'è bisogno nemmeno di una norma per bloccare questa ingiustizia ma se dovesse servire presenteremmo un emendamento a uno dei tanti decreti che abbiamo e bloccheremo tutto".

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