Ucraina, Di Maio: “Per la pace non ci sono le condizioni, continuiamo a sostenere Kiev, guerra sarà lunga”
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha ribadito che la fine della guerra in Ucraina è ancora lontana: "Oggi non ci sono le condizioni per la pace, abbiamo di fronte una guerra lunga e logorante", ha detto intervenendo ad un evento dell'associazione Alis, "l'Italia in movimento alla scoperta del Mezzogiorno", intervistato da Bruno Vespa. "Noi abbiamo delineato un percorso che parte da un gruppo di facilitazione internazionale e ha l'ambizione di arrivare una nuova Helsinki", un accordo di pace. Ma il piano di pace italiano sull'Ucraina è ancora "un lavoro embrionale, ci vorrà tempo".
"Serve un piano per costruire un dialogo", ha aggiunto, la "pace non si impone" e "noi dobbiamo continuare a sostenere l'Ucraina". Di Maio ha commentato la reazione russa al percorso di pace proposto dall'Italia. "Non ci sono due Paesi sullo stesso livello, ma un invasore e un invaso", ha detto, per il quale "serve un piano per costruire un maggior dialogo tra le parti ed è quello che stiamo facendo", ha detto, precisando che il gruppo dei facilitatori "include le Nazioni Unite, l'Unione europea e l'Osce" e ricordando che dopo i colloqui turchi "e le drammatiche immagini del massacro di Bucha si è fermato ogni tentativo negoziale".
"La pace non si impone e (per ottenerla) si parte dalle condizioni dell'Ucraina, di cui abbiamo sempre difeso l'integrità", ha detto. "Dobbiamo lavorare a far finire questa guerra il prima possibile, ma nessuno si può illudere di far pagare il prezzo della pace agli ucraini sottraendo loro metà del Paese, quindi la pace deve essere una pace non imposta agli ucraini ma un processo che permette all'Ucraina di preservare la sua integrità e la sua sovranità territoriale", ha aggiunto, sottolineando che "il tema della guerra perpetua è assolutamente da scongiurare perché non sempre resta nel posto dove si sta verificando".
"In questo momento la Russia sta intensificando i bombardamenti sul Donbass, c'è una strenua resistenza dell'esercito ucraino sostenuto da noi. Oggi, se dovessimo fotografare ora la situazione, non ci sono le condizioni per la pace e abbiamo di fronte una guerra lunga e logorante. È il motivo per cui l'Italia ha costruito un documento di lavoro per un percorso verso la pace", ha spiegato ancora il titolare della Farnesina.
Secondo Di Maio ora l'Ue deve accelerare sul sesto pacchetto di sanzioni, sul quale "tutti i Paesi tranne uno" sono d'accordo, e lo potrebbe fare cambiando la regola dell'unanimità. L'Italia, ha spiegato ancora, non mette alcun veto sulle sanzioni per l'import di petrolio dalla Russia. Di Maio ha invitato a modificare la regola che prevede l'approvazione delle risoluzioni al Consiglio europeo solo se tutti i Paesi membri votano a favore. "Mettiamo che serve il voto dei due terzi, in modo che non ci sia un unico Paese che possa bloccare" il tutto, ha aggiunto.
"Abbiamo sostenuto l'Ucraina militarmente, finanziariamente e dal punto di vista umanitario. Non abbiamo mai messo veti sull'applicazione delle sanzioni. Ma l'Unione europea deve fare la sua parte anche nell'appoggiare il popolo europeo", ha dichiarato Di Maio, invitando ad approvare una misura che metta "un tetto al prezzo del gas, in modo da sostenere economicamente quei Paesi che pagano il prezzo più alto della guerra".
Secondo il ministro pentastellato "Bisogna aumentare la pressione sulla Russia per permettere di sbloccare l'export di grano dai porti ucraini. Altrimenti la Russia dimostra di essere la causa dell'incremento dei prezzi dei beni al consumo che si impennano per le famiglie oltre che per le aziende".
"Non ci sto nel dire che negli ultimi mesi noi abbiamo sostenuto la guerra", ha affermato, precisando che quello che si è sostenuto "è solo il principio di legittima difesa del popolo ucraino. Il punto fondamentale di questa guerra, è che noi abbiamo sempre sostenuto il popolo ucraino nell'esercizio della sua legittima difesa, l'unico approccio che noi abbiamo sempre applicato è la legittima difesa del popolo ucraino", ha precisato il ministro, citando quanto prescritto dall'articolo 51 della Carta dell'Onu, sottolineando che "siamo tutti d'accordo a dire che serve una escalation diplomatica. Sono il primo, insieme a tutto il governo Draghi, a dire che serve sempre più l'azione diplomatica per partire da piccoli passi sul terreno per poi arrivare al cessate il fuoco e poi a una conferenza di pace".
Di Maio: "Non possiamo permetterci un Papeete 2"
Di Maio ha detto che bisogna evitare una crisi di governo in questo momento. Nella maggioranza "ci sono delle fibrillazioni, ma non ci possiamo permettere un Papeete 2, che abbiamo già vissuto in altre epoche ed erano tempi di pace. Se non ce lo potevamo permettere all'epoca, figuriamoci adesso".
"Siamo in piena guerra, con un livello di inflazione che continua a salire in tutta Europa con il prezzo dei beni di prima necessità e del pane che sale in tutto il mondo a causa del blocco militare in Ucraina da parte della Russia", ha spiegato. "Di fronte a una crisi" come questa "il lavoro che dobbiamo fare è portare questo governo fino alla fine, per dare stabilità al Paese ed evitare scossoni economici e finanziari che poi pagherebbero le famiglie".