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Guerra in Ucraina

Di Maio: “Non stiamo entrando in guerra, stiamo facendo arretrare Putin: non lo farà con gentilezza”

“Noi non stiamo entrando in guerra, stiamo facendo arretrare Putin. Lui deve arrivare al tavolo negoziale della pace per chiudere questa guerra, ma non ci arriverà con la gentilezza”: lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.
A cura di Annalisa Girardi
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"Stiamo rispondendo alla richiesta di aiuto, fornendo supporto economico, ho firmato un decreto che dà 110 milioni di euro al bilancio dell'Ucraina, ma anche militare. Diamo degli strumenti per potersi difendere: è legittima difesa, stiamo parlando di un Paese invaso da Putin. Noi non stiamo entrando in guerra, stiamo facendo arretrare Putin. Lui deve arrivare al tavolo negoziale della pace per chiudere questa guerra, ma non ci arriverà con la gentilezza. È per questo che abbiamo creato anche le sanzioni, che gli stanno facendo del male". Sono le parole del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, intervenuto oggi a Mattino 5 per fare il punto su quanto sta accadendo in Ucraina. E, appunto, per spiegare la decisione dell'Italia di inviare armi, come stanno facendo anche gli altri Paesi Nato, al governo di Kiev perché difenda il Paese dall'invasione russa.

"Ci sono bombe russe che stanno cadendo sulle case dei civili, questi sono crimini di guerra", ha denunciato il ministro. E ancora: "Noi dobbiamo fermare prima possibile la guerra, lavorare per la pace, però per arrivare alla pace non è che Putin lo porteremo a dialogare chiedendoglielo per favore, dobbiamo alzare il fronte e oggi quella barriera sono gli ucraini, le sanzioni e il sostegno finanziario".

Di Maio ha poi raccontato di aver parlato con l'ambasciatore italiano in Ucraina, Pierfrancesco Zazo, confermando che nella notte ha portato in salvo cento connazionali, facendoli uscire dal Paese. L'ambasciata italiana è rimasta operativa da Kiev fino a quando possibile, ma ora sarà spostata a Leopoli per questioni di sicurezza. "Zazo è rimasto a Kiev finché non sono arrivati i russi. È stato uno degli ultimi ambasciatori a lasciare Kiev. Negli ultimi giorni ha ammesso nella sua residenza centinaia di italiani e poi li ha portati al confine. Ora Zazo sta andando sta andando in un'altra città, a Leopoli dove ricostituiamo l'ambasciata e ripartiamo a gestire l'emergenza. Non abbandoniamo l'Ucraina, cambiamo solo città".

Il ministro ha poi commentato due temi centrali per quanto riguarda i rapporti tra Ucraina e Occidente: l'adesione alla Nato, da un lato, e quella all'Ue dall'altro. "Io finora l'unica cosa che ho visto in discussione è che ieri il presidente Zelenski ha chiesto l'adesione all'Unione europea. Noi a volte diamo per scontato il fatto di essere cittadini della Ue, ma non solo gli ucraini, ma anche nei Balcani ci sono tanti giovani che sperano di poter diventare un giorno cittadini con il passaporto della Ue. Noi questa ambizione la dobbiamo assecondare, questa prospettiva la dobbiamo creare all'Ucraina è un segnale da dare a quel popolo", ha concluso.

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