Di Maio: “Non possiamo rimanere a guardare. Il 2 giugno tutti in piazza a Roma”
Luigi Di Maio si scaglia nuovamente contro il Quirinale e chiede ai cittadini di scendere in piazza il prossimo 2 giugno in occasione della Festa della Repubblica e chiede il voto il prima possibile, anche ad agosto: "Quella di ieri sera è stata la notte più buia della democrazia italiana. Il presidente della Repubblica ha deciso di scavalcare le sue prerogative e non fare andare al governo il M5s. Al governo ha deciso di mettere dei tecnici che non hanno mai preso un voto, con la sicurezza che non avranno nessuna maggioranza in Parlamento: un governo non solo non votato dal popolo, ma neanche dal Parlamento, un unicum vergognoso".
L'appuntamento è per il 2 giugno alle ore 19 alla Bocca della Verità, come lo stesso leader pentastellato ha scritto in un post su Facebook.
"Sto facendo questo video per due ragioni: la prima, in qualità di capo politico, è chiamare tutti i nostri iscritti alla mobilitazione prendendo parte ad alcune mobilitazioni. La seconda è smentire tutte le bufale. La situazione è gravissima. Il voto degli italiani è stato totalmente svuotato del suo valore e questo non è accettabile. Gli italiani hanno deciso di cambiare il 4 marzo e invece il presidente ha deciso di affidare le sorti del Paese a un tecnico, tirando in ballo il risparmio degli italiani. Lo spread è aumentato vorticosamente, perché quella dei mercati è una bufala, che sono preoccupati dalla instabilità", prosegue Di Maio.
"So che siete incazzati, non possiamo rimanere a guardare, non possiamo lasciarci anestetizzare dai media. Dobbiamo reagire subito e con fermezza, abbiamo bisogno di simboli. Appenderò una bandiera italiana fuori dalla mia finestra e vi chiederò di fare altrettanto: appendetela. Tiriamo fuori il nostro orgoglio e rivendichiamo il diritto a decidere del nostro futuro. Quello che decidiamo nelle urne deve permettere di dare al paese la direzione che vogliamo. Oltre ad appendere la bandiera vi chiedo di scrivere sui social ‘il mio voto conta’. Metteteci una vostra foto, della costituzione, del tricolore: non molliamo adesso. Fatevi sentire. Organizzeremo anche delle manifestazioni nelle principali città italiane, delle passeggiate, dei gesti simbolici, tutto quanto possibile pacificamente. Il 2 giugno, il giorno della festa della Repubblica, invito tutti, tutti, tutti a venire a Roma dove faremo un grande evento, su questo stiamo già lavorando e entro domani vi daremo maggiori dettagli. Ma tutti dobbiamo esserci, con la nostra bandiera italiana per dire che noi valiamo, che è il nostro voto quello che conta".
"È importante farci sentire e farci vedere perché già iniziano a circolare tonnellate di bugie. La prima ve l'ho detta già ed è quella sui risparmi e sullo spread. La seconda è quella sull'uscita dall'euro. L'ho detto in tutta la campagna elettorale, lo abbiamo messo nero su bianco nel contratto, l'ho ripetuto in questi 80 giorni e lo ribadisco oggi: non vogliamo uscire dall'euro. Non lo abbiamo mai detto. Paola Savona non ci avrebbe portato fuori dall'euro, avrebbe sicuramente fatto valere gli interessi dell'Italia nelle sedi europee, come fanno tutti gli altri Paesi. Ora vogliono fare allarmismo, vogliono terrorizzare con questa teoria folle. Ma non è vero. Ci sono centinaia di mie dichiarazioni in campagna elettorale. E' solo una bugia inventata dai consiglieri di Mattarella per inquinare le acque dell'informazione, più che il Presidente andrebbero messi in stato di accusa i suoi consiglieri. Non credeteci. Sono balle. Un'altra bufala è quella per cui Mattarella ha tutto il diritto di scegliersi il ministro dell'Economia. Ma quando mai? Ma dove sta scritto? Quando dei ministri sono stati rifiutati c'erano dei motivi oggettivi. Gratteri era un magistrato in funzione, Previti era l'avvocato di Berlusconi (non si può trattare la cosa pubblica come un affare privato), Maroni non andò alla Giustizia perchè aveva dei problemi giudiziari. Ma Savona che ha fatto? Ha scritto un libro? Esistono reati di opinione in Italia? Ma poi non lo dico io. Lo dicono i manuali di diritto. Che oggi divulgheremo con tutte le nostre forze. Lo dicono quei manuali da cui gli studenti studiano Diritto Costituzionale. Lo dico ai tanti docenti universitari. O li riscrivete quei manuali o abbiate il coraggio di dire che il Presidente è andato oltre la sue prerogative. Quali valori ha inteso garantire il Capo dello Stato decidendo di non far nascere questo Governo? Nessuno. La verità è che non ci volevano al governo".
"Poi ora si inizia a parlare di impeachment e dicono che non si può fare, che è assurdo, eccetera. La messa in stato d'accusa si può fare e serve la maggioranza assoluta del Parlamento per mandare a processo il Presidente Mattarella davanti alla Corte Costituzionale. Se la Lega non fa passi indietro quindi non stiamo parlando di una possibilità, ma di una certezza pressoché assoluta. Non facciamo questa cosa a cuor leggero, sono stato un profondo estimatore del Presidente Mattarella, ma la sua scelta oltre che gravissima è incomprensibile. Per questa ragione con la messa in stato d'accusa, obbligheremo il parlamento a discutere di quello che è successo, ma soprattutto, faremo in modo che dopo le prossime elezioni non ci sia lo stesso Presidente che impedisce nuovamente la nascita del Governo del Cambiamento. Dopo quanto accaduto l'Italia ha bisogno di un Presidente della Repubblica che scelga i cittadini e non le agezie di rating, le banche o gli interessi tedeschi".
"Chiediamo di andare al voto il prima possibile, anche ad agosto. La scusa dei mercati è una bufala. I mercati sono preoccupati per l’instabilità e con la nascita di un governo politico non ci sarebbero stati problemi”, sottolinea Luigi Di Maio, annunciando una mobilitazione nazionale a Roma proprio in concomitanza con la Festa della Repubblica e dichiarando: "Noi al governo andremo, è una promessa".