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Di Maio: “Mi appello a Renzi, votiamo il Cirinnà in pochi giorni ma senza canguro”

Il vicepresidente della Camera, ospite di Lucia Annunziata attacca Renzi: “Fa uno show comico contro di noi, ma su Cirinnà siamo pronti a votare”
A cura di Redazione
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“Rivolgo un appello a Renzi: noi sulle unioni civili ci siamo al cento per cento”. E’ questo l’appello che Luigi Di Maio, intervistato da Lucia Annunziata nel corso della trasmissione di Rai Tre In Mezz’Ora, rivolge al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, impegnato oggi in una delicatissima assemblea nazionale del Partito Democratico. Il componente del direttorio del Movimento 5 Stelle prova a spiegare quale sarà la linea sul disegno di legge Cirinnà in materia di unioni civili, dopo le tantissime polemiche seguite alla decisione di non sostenere l’emendamento Marcucci, il supercanguro che di fatto avrebbe blindato la legge nella sua formulazione originaria.

“Se il Partito Democratico vuole votarla in pochi giorni, noi ci siamo”, ha spiegato il vicepresidente della Camera, aggiungendo: “A meno che non si voglia continuare a giocare sulla pelle delle persone”. Ma, attacca, “sul tema i cittadini hanno una grande confusione in testa e la responsabilità è dela stampa italiana”, dal momento che “non c’è mai stato un accordo col PD” e il Presidente del Consiglio continua “a fare uno show comico contro di noi”. Quanto però alle polemiche sulla scelta del gruppo parlamentare del M5S in Senato, Di Maio rivendica l’opportunità e la coerenza nel non votare il Marcucci: “Il canguro non vogliamo votarlo, perché rappresenta un’autostrada verso la dittatura”.

Rispondendo poi sulla possibilità che il Governo faccia proprio il provvedimento e ponga la questione di fiducia sul ddl, Di Maio sottolinea come si tratti di una scelta che mostra “la debolezza del Partito Democratico” e nota: “In questo modo il Presidente del Consiglio si lancia tra le braccia di Alfano”. Nello specifico della legge, però Di Maio aggiunge: "Noi siamo a favore della stepchild perché riguarda il figlio di uno dei due che già c'è. Poi ci sono i figli partoriti all'estero e su questa situazione ci sono tanti dubbi, io personalmente invidio chi ha certezze. Abbiamo lasciato la libertà di coscienza ma l'obiettivo sono resta comunque il riconoscimento delle unioni civili".

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