Ucraina, Di Maio: “L’Italia si è offerta di sminare i porti ucraini, ma la Russia deve dare garanzie”
"Mosca e Kiev sono tra i primi esportatori al mondo di prodotti agricoli, l'aggressione russa sta provocando una grande crisi alimentare", comincia così l'intervento del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, al question time alla Camera dei deputati. "Il presidente Draghi ne ha parlato sia con Putin che con Zelensky, personalmente ne ho parlato ieri con Blinken – spiega Di Maio – Stiamo premendo affinché vengano creati corridoi marittimi dai porti ucraini, per far ciò è necessario sminare i porti con garanzie da parte russa". L'Italia "ha già dato la propria disponibilità per partecipare a eventuali operazioni di sminamento – annuncia il ministro degli Esteri – mentre nell'ambito Ue puntiamo ad aumentare il trasporto verso i porti europei".
Il ministro Di Maio racconta poi l'incontro con il presidente dell'Unione Africana in sede europea e come abbia manifestato la sua preoccupazione per la questione del grano. In ogni caso "proseguiremo con determinazione nel nostro impegno – continua il titolare della Farnesina – così come evidenziato dal presidente Draghi non possiamo permettere che la guerra in Europa aggravi ulteriormente la situazione di chi già è in difficoltà".
Al ministro degli Esteri è stato chiesto anche il ruolo dell'Italia nella fornitura di armamenti all'Ucraina: "Condanniamo fermamente l'ingiustificabile aggressione della Russia – sottolinea Di Maio – Continuiamo a chiedere una cessazione immediata delle ostilità. Aiutiamo il governo di Kiev e applichiamo le sanzioni contro Mosca, che sono decise in ambito europeo". Ieri al Consiglio Ue è arrivata "l'ennesima conferma di unità". E ancora: "Appoggiamo con convinzione gli sforzi messi in campo, anche da Paesi terzi come la Turchia, per arrivare a una soluzione diplomatica". Poi aggiunge: "Sosteniamo l'Ucraina anche dal punto di vista militare, nel solco della risoluzione votata dal Parlamento lo scorso primo marzo. Serve una pace non imposta frutto di accordi equilibrati, ma nessuno può decidere al posto di Kiev". E conclude: "Non ci illudiamo che esistano soluzioni pronte per l'uso, lavoriamo per delineare un percorso che porti alla pace. La pace è l'obiettivo di tutti, del governo e di tutti".