Di Maio: “In Afghanistan restano ancora 30 italiani, impossibili corridoi umanitari dal Paese a Ue”
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha detto che in Afghanistan ci sono ancora dei connazionali, che hanno deciso volontariamente di rimanere nel Paese: "Restano oltre 30 italiani che hanno scelto di restare lì per lavorare con le Ong e con le agenzie delle Nazioni Unite e che ogni giorno lavorano per salvare vite e tutelare la popolazione civile", ha spiegato il ministro nel corso del suo videocollegamento al forum Ambrosetti.
Ora, ha spiegato, "si avvia la fase 2, un piano italiano per il popolo afgano: il nostro piano ha già mosso i primi passi attraverso una riunione interministeriale la settimana scorsa. Stiamo cercando Di fare sistema per gestire una fase del tutto diversa da quella che si è conclusa e dobbiamo essere molto orgogliosi dei nostri uomini e donne della Difesa, del corpo diplomatico e dell'intelligence che hanno lavorato a all'evacuazione in questi giorni facendo sì che l'Italia è stata il primo paese Ue per numero di afgani evacuati".
Di Maio: "Riapriremo ambasciata di Kabul a Doha"
Di Maio ha annunciato l'intenzione di riaprire la sede diplomatica, che è stata chiusa a Kabul da quando i talebani hanno ripreso possesso della città: "La nostra intenzione p di ricollocare nei prossimi giorni l'ambasciata che avevamo a Kabul qui a Doha, in Qatar, insieme ai nostri alleati. È improbabile che vi sia un riconoscimento del nuovo governo", ha sottolineato il titolare della Farnesina. "Il Qatar – ha aggiunto – è diventato un centro diplomatico, negli ultimi anni è stato fondamentale per i colloqui".
Di Maio ha affermato che la comunità internazionale porrà all'Afghanistan condizioni tra cui la lotta al terrorismo, il rispetto dei diritti umani, il libero accesso alle Ong e alle agenzie Onu, e "che sia garantito il passaggio sicuro agli afghani che vogliono lasciare il Paese. Sono le condizioni per evitare che diventi uno stato fallito. Il governo inclusivo che i talebani dicono di voler fare, ma che tarda a nascere, sarà un altro punto". Questi però, chiude "non sono requisiti per il riconoscimento del nuovo governo afghano, è improbabile che vi sia un riconoscimento".
Di Maio: "Impossibile fare corridoi umanitari"
Il ministro degli Esteri ha sottolineato poi che sul piano bilaterale l'evacuazione dei civili dall'Afghanistan non è attuabile perché significherebbe consegnare al futuro governo talebano degli elenchi di persone che sarebbero vere e proprie liste di proscrizione: "C'è un grande dibattito sui corridoi umanitari, ma questa strada non è praticabile sul piano bilaterale. Non possiamo dare ai talebani le liste delle persone da evacuare".
Il governo intende invece collaborare con i paesi confinanti dell'Afghanistan per gestire i flussi di sfollati dal Paese, perché appunto non è praticabile l'evacuazione di civili direttamente verso l'Europa. "Mi trovo a Doha – ha detto – una delle tappe del mio viaggio per affrontare il tema della sicurezza regionale e degli sfollati afghani. Stiamo cercando di collaborare con i paesi confinanti sul rischio terrorismo e il sostegno agli sfollati che stanno riempiendo i campi profughi pakistani e anche iraniani. Le rotte migratorie vanno anche verso i paesi al Nord come l'Uzbekistan e il Tagikistan, dove sono stato ieri. Con questi ultimi due paesi abbiamo la volontà di costruire una collaborazione con la nostra intelligence per evitare che nei flussi di sfollati ci possano essere persone riconducibili a cellule terroristiche". Domani, ha aggiunto, sono in programma appuntamenti con l'emiro del Qatar e il ministro degli esteri del Paese.