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Di Maio: “Il reddito di cittadinanza si farà e sarà solo per i cittadini italiani”

Il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, assicura che il reddito di cittadinanza verrà inserito nella legge di bilancio e che sarà rivolto solamente ai cittadini italiani e non anche a quelli stranieri, come previsto nella prima proposta del M5s di qualche anno fa: “È chiaro che è impossibile, con i flussi immigratori irregolari, non restringere la platea ai cittadini italiani”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, assicura che il reddito di cittadinanza si farà e spiega che sarà riservato solamente ai cittadini italiani. Di Maio, che si trova in Cina e non potrà quindi partecipare oggi al vertice in corso a Palazzo Chigi, parla ai microfoni di Radio Anch’io, su Radio 1: “Abbiamo corretto la proposta di legge fatta anni fa: è singolare che torni in auge una proposta di legge che non prevedeva ancora la platea, ma è chiaro che è impossibile, con i flussi immigratori irregolari, non restringere la platea e assegnare il reddito di cittadinanza ai cittadini italiani”. Di Maio fa riferimento alle parole del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che ieri spiegava come la prima proposta del reddito di cittadinanza, risalente al 2014, prevedesse una platea estesa a tutti i cittadini, anche quelli stranieri, e non solo agli italiani. “La prima formula – spiega Di Maio – era molto vaga, ma è stata corretta nel 2016”.

Reddito di cittadinanza e flat tax saranno nella legge di bilancio, assicura il vicepresidente del Consiglio: “Ormai ci siamo così convinti che la politica non fa quello che dice durante la campagna elettorale. Io non mi arrendo all'idea che quello che si è detto lo faremo. Inseriremo in legge di bilancio il reddito cittadinanza e la flat tax. Io non sono uno di quelli che promettono e dimenticano il giorno dopo”.

Per riuscire a mantenere le promesse sarà probabilmente necessario aumentare il deficit: “Il tema non è di quanto sforare, ma quante risorse ci servono per migliorare la qualità della vita degli italiani, per mandare in pensione e assumere giovani, per dare un reddito di cittadinanza, meno tasse con la flat tax. In base a questo calibriamo il deficit e la spending review. La maggior parte delle risorse arriverà dai tagli agli sprechi, se andranno a regime tra un anno e mezzo facciamo un po' di deficit, tanto l'economia crescerà e poi rientriamo, lo hanno fatto tutti i Paesi che oggi stanno crescendo”.

I rapporti all’interno del governo

Di Maio non è sorpreso dall’accordo elettorale del centrodestra, che si presenterà unito alle prossime elezioni regionali, comprendendo nello schieramento anche la Lega, attuale alleata di governo dei pentastellati. “È una situazione che già conoscevamo – afferma –. Noi non vogliamo andare con la Lega alle elezioni regionali e nemmeno alle prossime elezioni politiche”. Intanto lunedì arriverà in Consiglio dei ministri il decreto Salvini sui migranti: “Lunedì torniamo e lo votiamo. Lo abbiamo rimandato perché io sono in Cina e Conte a Salisburgo. Poi tutto è migliorabile”.

Parlando ancora del governo e di Palazzo Chigi, Di Maio difende Rocco Casalino, capoufficio stampa e portavoce del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dopo la notizia del suo mega-stipendio, da 170mila euro annui lordi: “Quello è lo stipendio per quel ruolo a Palazzo Chigi e lo è sempre stato, solo oggi si è scoperto di quanto è. È singolare che ci attaccano partiti come il Pd che ha il tesoriere indagato per fondi illeciti presi da Parnasi, quello dello stadio della Roma”.

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