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Di Maio difende l’alleanza M5s-Pd: “Nessuno provi a minare il governo e il rapporto con i dem”

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, difende a spada tratta l’alleanza di governo e l’alleanza tra il Movimento 5 Stelle e il Pd: “Chi prova a minare il rapporto a livello di governo tra noi, il Pd e le altre forze politiche ha sbagliato governo”, afferma a margine di un evento elettorale in Puglia.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, difende il governo e l’alleanza tra Movimento 5 Stelle e Pd. E lo fa con parole nette: “Chi prova a minare il rapporto a livello di governo tra noi, il Pd e le altre forze politiche ha sbagliato governo”. Parlando con i giornalisti a Brindisi, in occasione del tour elettorale in Puglia, Di Maio prosegue: “Il governo è concentrato sull'ottenere i fondi del Recovery fund e sul spenderli al meglio”. L’esponente del M5s parla solo del rapporto a livello nazionale, tanto da precisare che “ovviamente le regionali sono un'altra cosa: in alcuni casi ascoltando i territori abbiamo potuto fare accordi perché c'erano le condizioni, in altri non è stato possibile”.

Fi contro Di Maio: rapporti Pd-M5s surreali

Le parole di Di Maio vengono commentate, in maniera critica, dall’opposizione. Come fa la capogruppo al Senato di Forza Italia, Anna Maria Bernini: “Il ministro Di Maio, a margine di un'iniziativa elettorale in Puglia contro il candidato governatore del Pd, ha lanciato un monito severissimo: nessuno provi a minare i rapporti col Pd. È questa la surreale situazione dei rapporti fra i due maggiori partiti di governo. Serve aggiungere altro?”.

Di Maio: M5s ha bisogno di leadership forte

Di Maio, in giornata, si sofferma anche su altri argomenti, a partire dalla situazione interna del Movimento 5 Stelle: “Spero il prima possibile che si possa convocare un'assemblea di tutti gli iscritti, anche perché il Movimento ha bisogno di una leadership forte, non ho detto leader, il che significa una struttura organizzativa che sia in grado di rispondere alle esigenze dei territori e delle istituzioni centrali”.

Il ministro degli Esteri, infine, parla anche del referendum sul taglio del numero dei parlamentari: “Ogni giorno sento strane teorie sul voto del 20 e 21 settembre. I fautori del No, in evidente mancanza di argomenti, non fanno altro che attaccarci, definendoci populisti, casta e anti-politica. Ma come fanno a dire certe cose? Quindi, noi che vogliamo tagliare 345 parlamentari per velocizzare i lavori parlamentari, per portarci agli standard europei, per risparmiare 300mila euro al giorno, noi saremmo la casta, l'anti politica e i populisti? E tutti i giuristi, costituzionalisti che sostengono il Sì? Sono anche loro populisti? La verità è sola una: le ragioni del Sì hanno basi solide e ci spenderemo fino all'ultimo secondo utile per spiegare ai cittadini l'importanza di questa riforma”.

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