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Di Maio difende il salario minimo: “Non accetto attacchi preventivi, non indietreggiamo”

Dopo gli attacchi delle ultime ore alla proposta di salario minimo avanzata dal Movimento 5 Stelle, interviene il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio per difendere l’ipotesi di un salario orario di almeno 9 euro l’ora: “Chi si vuole mettere di traverso a prescindere, sappia che noi non indietreggeremo di un centimetro”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Le critiche mosse alla proposta di salario minimo avanzata dal Movimento 5 Stelle non vanno giù al ministro del Lavoro Luigi Di Maio. Che parla di attacchi preventivi e assicura che non è disposto a indietreggiare su questa proposta. Nelle ultime 24 ore l’idea del M5s – che propone un minimo di 9 euro l'ora – è stata criticata dall’Ocse, mentre anche altri istituti hanno segnalato le possibili difficoltà che una legge del genere comporterebbe. È a loro, ma non solo, che risponde Di Maio, affermando in un post su Facebook che qualcuno ha “alzato un muro contro la proposta”. “Quel che non capisco – afferma – è l’atteggiamento di alcuni sindacati, per i quali ho un messaggio chiaro: non abbiate paura, se l’obiettivo di tutti è la tutela dei lavoratori possiamo lavorare insieme. Se invece lo scopo è remare contro per partito preso, allora non ci stiamo”. Il messaggio lanciato dal ministro del Lavoro è quindi deciso: “Chi si vuole mettere di traverso a prescindere, sappia che noi non indietreggeremo di un centimetro”.

La premessa del vicepresidente del Consiglio riguarda il salario minimo in altri Paesi europei:

In Portogallo un lavoratore non può prendere meno di 650 euro al mese, in Spagna non meno di 826 euro, nel Regno Unito, Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Irlanda e Lussemburgo un lavoratore non può prendere meno di mille euro al mese. In Italia ci sono lavoratori sotto contratto che non arrivano a 500 euro al mese. Vi sembra normale? No che non lo è e non si capisce perché nelle ultime 24 ore qualcuno abbia alzato un muro contro la nostra proposta sul salario minimo, che fissa la soglia ad almeno 9 euro lordi l’ora per ogni lavoratore, circa 1200 euro netti al mese. Tutto si può rivedere, per carità, tutto si può aggiustare, ma non accetto attacchi preventivi! Sono curioso di sapere quanto guadagnano tutti questi grandi pensatori che puntano il dito contro una proposta che, tra l’altro, non ci siamo nemmeno inventati noi, ma che è già presente in ben 22 Paesi.

Secondo Di Maio, questa alzata di scudi dimostra “che la nostra proposta è buona, vuol dire che fa bene all’economia reale piuttosto che alle banche”. Il ministro M5s continua: “Chi oggi in Italia prende 3 o 4 euro l’ora è costretto a farlo per sopravvivere, non si diverte certo ad essere sottopagato. Quindi noi andiamo avanti. Eccome se andiamo avanti. Perché siamo stati eletti per pensare al Paese, non per difendere il nostro orticello come fa qualcun altro. Parallelamente al salario minimo porteremo, inoltre, in legge di bilancio, una proposta sulla riduzione del cuneo fiscale che presenteremo nei prossimi giorni. Meno tasse alle imprese e stipendi più alti. Così torniamo a correre, così torniamo a crescere”.

Tra le perplessità a cui Di Maio deve rispondere, però, ci sono anche quelle dei suoi colleghi di governo, a partire dal vicepresidente del Consiglio e leader della Lega, Matteo Salvini. Secondo cui la priorità non è il salario minimo ma la flat tax: “Il salario lo danno le imprese e se non tagliamo loro le tasse come fanno a dare i salari?”, afferma arrivando all'assemblea di Confartigianato. “Siamo certi che la faremo: non farla – conclude – non è un problema di Salvini o del governo ma dell'Italia”.

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