Di Maio condanna l’attacco dell’Iran contro basi Usa: “Raddoppiare gli sforzi diplomatici”
Il titolare della Farnesina e capo politico pentastellato Luigi Di Maio ha commentato l'attacco missilistico di questa notte, sferrato dall'Iran in Iraq contro due basi militari Usa. Di Maio ha condannato su Facebook la reazione iraniana all'uccisione del generale Soleimani da parte degli Stati Uniti, avvenuta lo scorso 3 gennaio: "È accaduto quello che temevano. L'Iran ha risposto al raid Usa lanciando decine di missili contro le basi militari di Ayn al-Asad e di Erbil in Iraq. Entrambe ospitano personale della coalizione internazionale anti-Isis, di cui fa parte anche l'Italia. Seguiamo con particolare preoccupazione gli ultimi sviluppi e condanniamo l'attacco da parte di Teheran. Si tratta di un atto grave che accresce la tensione in un contesto già critico e molto delicato".
Teheran, per bocca del ministro della Difesa iraniano Amir Hatami, ha fatto sapere di aver compiuto la sua "dura vendetta e le prossime risposte saranno proporzionate a quello che faranno" gli Usa. "Trump ha trasformato l'amministrazione Usa in un governo terroristico", ha detto ancora Hatami, confermando che l'obiettivo finale dell'Iran resta "l'espulsione" delle truppe americane dalla regione, così come già annunciato dall'Ayatollah Khamenei. Come ha appunto sottolineato il ministro degli Esteri a Erbil erano presenti anche militari italiani, che sono rimasti illesi, dopo essersi rifugiati in un bunker. Il contingente italiano fa parte della coalizione anti Daesh a guida Usa.
"In queste ore difficili – ha aggiunto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio – esprimo a nome del Governo anche tutta la mia vicinanza ai nostri militari e li ringrazio. Purtroppo è la storia che si ripete. Invitiamo entrambe le parti alla moderazione e alla responsabilità. La regione vive una instabilità da decenni, una nuova guerra spingerà la proliferazione di cellule terroristiche e di nuovi flussi migratori. Non è più accettabile tutto questo. Si apprenda dagli errori del passato e si torni al dialogo".
Il ministero degli Esteri, in una nota, ha aggiunto che va "raddoppiato lo sforzo politico e diplomatico per normalizzare la situazione e ristabilire la sicurezza nell'area. L'opzione militare non può essere in alcun modo accettata". Secondo Di Maio, "ulteriore instabilità nella regione avrà conseguenze dirette e di lungo periodo sulla sicurezza su scala globale. Siamo confrontati con minacce comuni e più gravi, a partire dall'estremismo violento e dal terrorismo, che traggono vantaggio da situazioni di tensione per emergere con maggiore forza, costituendo un rischio per noi tutti. L'Italia è pronta, in coordinamento con i partner europei, a sostenere ogni azione che possa favorire il dialogo e il confronto costruttivo nella regione del Golfo".
L'Unione europea non "non può restare immobile" o "mostrarsi divisa, ma deve parlare con una sola voce", ha dichiarato. "Dopo il vertice Di ieri a Bruxelles e la mia visita in Turchia, oggi sono in viaggio verso Il Cairo, per discutere ancora di Libia e della situazione in corso. Questa sera sarò ad Algeri".
"E a proposito di quanto riportato da alcuni organi di stampa, in sede europea non si è mai parlato di riattivare Sophia, al contrario. Pensiamo invece che servano misure serie per attivare e soprattutto far rispettare un embargo complessivo via terra, via aerea e via mare nel Mediterraneo. Bisogna smetterla di vendere armi, bisogna fermare ogni interferenza esterna in Libia", ha concluso il ministro Di Maio nel post.
Di Stefano: "La partita in Iran è persa, Ue si occupi della Libia"
Il sottosegretario agli Affari Esteri, Manlio Di Stefano (M5s) ha commentato positivamente l'intervento di Luigi Di Maio: "Senza tanti giri di parole, l’Unione Europea è bene che si occupi di Libia a tempo pieno perché su Iran e Iraq la partita è persa in partenza e possiamo limitarci solo ad invitare le parti a non degenerare mentre garantiamo la sicurezza dei nostri militari nella regione.
È ottima quindi l’iniziativa del Ministro Luigi Di Maio che, per la prima volta, sta concretamente organizzando una piattaforma di dialogo dei Paesi coinvolti in Libia e, senza tanti formalismi, sta affrontando la crisi pensando a risultati immediati e raggiungibili".
L'Unione europea, secondo Di Stefano, sarebbe stata troppo debole "nel sostenere l'accordo nucleare (JCPoA) dal 2015 in avanti permettendo che fosse smantellato dagli USA quando invece rappresentava l’unica maniera per tenere l’Iran in contatto con l’Occidente in cambio di buone garanzie commerciali. Oggi, senza avere più questa piattaforma di dialogo, assistiamo inermi ad una rinnovata guerra ideologica, di posizionamento geopolitico e persino elettorale tra USA-Israele e mondo sunnita da una parte e Iran e mondo sciita dall’altra (non a caso si riuniranno a Teheran gli alti rappresentanti dei movimenti politici e dei gruppi armati afferenti all’Iran)".
Una guerra che si sarebbe potuto evitare, e che "se dovesse trovare nuove ‘esplosioni' nelle prossime ore, si trasformerebbe in una catastrofe umanitaria senza precedenti nel giro di pochissimi giorni".