Di Maio: “Chiudiamo i negozi durante le feste, esercizi sempre aperti massacrano le famiglie”
Un appello lanciato da Luigi Di Maio e condiviso anche da Beppe Grillo: chiudere i negozi durante i giorni di festa. Il candidato alla presidenza del Consiglio del Movimento Cinque Stelle rivolge questo messaggio a tutte le forze politiche attraverso il blog di Beppe Grillo e chiede che venga approvata una proposta di legge a prima firma Michele Dell’Orco che prevede la chiusura, per ogni negozio, durante sei dei dodici giorni festivi nell’anno solare.
Di Maio chiede di approvare la proposta di legge al Senato, dove è ferma dopo l’approvazione “alla Camera dei deputati all’unanimità”. “Ho un appello da fare a tutte le forze politiche – scrive il vicepresidente della Camera -. Prima delle feste di Natale, prima dello scioglimento della legislatura, il Senato deve approvare la proposta di legge a prima firma Michele Dell’Orco che dice una cosa molto semplice: tutte le famiglie hanno il diritto al riposo, anche quelle che posseggono o gestiscono esercizi commerciali”.
La proposta prevede che su dodici giorni festivi all’anno “sei devono essere di chiusura per i negozi”: “Questi giorni – si spiega ancora nel post – devono essere contrattati fra associazioni di categoria e i Comuni ma garantiscono che il 25% degli esercizi commerciali a rotazione deve restare aperto. Approvando questa legge si istituirebbe, inoltre, un Fondo per il sostegno delle piccole imprese del commercio”.
Il post è stato condiviso anche da Beppe Grillo, che su Twitter scrive: “Negozi chiusi durante le feste, famiglie più felici”. Stesso messaggio rilanciato attraverso i social da Luigi Di Maio. “Famiglie più felici – è la frase finale del post – sono la premessa di una Italia più forte”.
L’ultimo passaggio del post sul blog di Grillo a firma di Luigi Di Maio è dedicato al tema delle “liberalizzazioni selvagge”. Quelle volute da “Monti e dai decreti Bersani” e che, secondo il candidato premier del M5s, “hanno fallito”: “Hanno solamente spalmato su sette giorni lo stesso incasso che i negozi facevano prima in sei. A fronte di nessun beneficio economico, le conseguenze sociali sono state disastrose. I negozi sempre aperti dal lunedì alla domenica senza rotazioni e senza possibilità di chiusura hanno massacrato le famiglie degli esercenti che non si riposano più. I bimbi devono crescere a contatto con i loro genitori”.