Di Maio: “Abbiamo premier e squadra ministri, ma il leader del movimento è il M5s stesso”
"Tutti parlano di leader. Noi ci candideremo alle prossime elezioni e ci presenteremo con una squadra di ministri e un candidato presidente del Consiglio prima delle elezioni perché vogliamo giocare a carte scoperte". Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e membro del direttorio del M5s, ha chiarito così quali saranno i prossimi passi del Movimento fondato da Beppe Grillo per il "dopo Casaleggio". Intervenendo a un convegno alla Camera, Di Majo ha dichiarato che, però, "non c'è un leader perché questo movimento sta puntando all'autogoverno, attraverso strumenti di democrazia diretta a partecipata. Il leader del M5S è il M5S stesso, che prenderà le sue decisioni attraverso la piattaforma Rousseau".
Intanto oggi la candidata a sindaco di Roma Virginia Raggi è andata a Milano ad incontrare Davide Casaleggio, il figlio maggiore dell'ideologo dei Cinque stelle, che ha preso la guida dell'azienda del padre. Arrivando alla sede della Casaleggio associati, Raggi ha detto di essere venuta "per parlare di campagna elettorale. Adesso il nostro imperativo, ancora di più è vincere, e vincere per Gianroberto". Davide, ha assicurato la candidata grillina, "ha un ruolo di garanzia, esattamente come è sempre stato. L'ultima parola la abbiamo tutti, ce l'avrò io ma le decisioni vengono prese di concerto come sempre. Ci stiamo preparando a una cosa grandissima, a vincere a Roma, quindi è importante farlo tutti insieme". Questo pomeriggio, invece, deputati e senatori cinque stelle si riuniranno a Montecitorio per un'assemblea congiunta su referendum e mozione di sfiducia al governo e per preparare l'incontro di mercoledì con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale. Riguardo la consultazione di ieri, Di Maio ha dichiarato che un referendum come quello "diventa, ed è diventato, l'ennesimo terreno di scontro tra bande del Pd. E quando i cittadini hanno capito che lì dentro non si discuteva di trivelle ma erano solo correnti le une contro le altre, hanno snobbato" il voto. Quando travolgi "la democrazia per guerre di potere interne alla fine ne risente la democrazia".