Di cosa si parla nella puntata di Report su Alessandro Giuli: Arianna Meloni blinda il ministro
Questa sera andrà in onda la nuova inchiesta di Report. Il conduttore Sigfrido Ranucci ha anticipato il coinvolgimento del ministro della Cultura Alessandro Giuli, in quello che definisce un nuovo ‘caso Boccia'. Inoltre Ranucci, nella giornata di ieri, ha reso nota la richiesta di Gasparri di fermare la puntata di Report, perché violerebbe il silenzio elettorale per le elezioni in Liguria: "Noi siamo certi che non violiamo nessuna normativa Agcom. Ricordo a tutti che il silenzio elettorale riguarda i politici e i partiti, non i giornalisti", scrive il conduttore sui social.
Cosa c'è nelle anticipazioni di Report e cosa si vedrà nella puntata
In una clip lanciata dall'account del programma Rai, viene mostrata una testimonianza di Alberto Dambruoso, storico dell'arte, che per un anno e mezzo ha chiesto opere d'arte a tutti i musei del mondo e avuto accesso alle più prestigiose collezioni private per conto del Ministero della cultura, senza però aver mai avuto un incarico ufficiale. Si legge nel post: "Il mio caso è identico a quello della Boccia. Mi era stato detto di occuparmi della mostra sul futurismo ma dopo un anno e mezzo mi hanno comunicato che dovevo fare un passo indietro perché erano arrivate voci irriguardose al ministero nei miei riguardi e che non avevo avuto alcun incarico formale", dice ai microfoni di Report.
La mostra sul futurismo, che si terrà a dicembre alla Galleria nazionale di Roma, doveva essere l’evento culturale più illustre del governo Meloni, ma secondo quanto denuncia Report si è rivelato un pasticcio pieno di scandali, conflitti di interesse e pressioni, che investono sia l'ex ministro Sangiuliano, che si è dimesso a settembre dopo l'affaire Boccia, che il nuovo ministro Giuli.
L'inchiesta di Report accenderà anche i riflettori sul passato di Alessandro Giuli, dalla militanza giovanile alla gestione del Maxxi. Nella puntata ci sarà un'intervista al referente della destra extraparlamentare neofascista e neonazista Rainaldo Graziani che racconta "le origini della vita politica dell'attuale ministro della cultura: lo definisce una figura brillante all'interno dell'organizzazione Meridiano Zero, movimento di ispirazione neonazista e influenze esoteriche". Giorgio Mottola, inviato di Report, sulla militanza a Meridiano Zero chiede una replica allo stesso Giuli: "Che c'era bisogno che lo dicesse Rainaldo Graziani? Lo avevo già scritto io in passato, sul Foglio – risponde il ministro – L'aquila tatuata sul petto? Si tratta di una riproduzione di una moneta del I secolo dopo Cristo, età imperiale", "non c'entra nulla con il Ventennio".
Il ministro dichiara che vedrà la puntata "a casa, in diretta al telefono col mio legale". E assicura: "Non ho fatto nulla di sbagliato. Mai tradito la premier Giorgia Meloni" che "era a conoscenza" anche della sua collaborazione con la Lega nel 2018.
Ieri il Fatto Quotidiano ha raccontato uno sfogo del titolare della Cultura con un confidente al ristorante: "Il mio cadavere sarà pieno di impronte digitali", "mica pensano che mi dileguo con le tenebre?". Intanto le prime anticipazioni della puntata di questa sera hanno portato al passo indietro dell'ormai ex capo di gabinetto del Mic, Francesco Spano, fedelissimo di Giuli, dimissioni che hanno fatto crescere la tensione nel partito. Ma questo non è che un filone dell'inchiesta, molto più ampia.
Arianna Meloni conferma la fiducia al ministro Giuli
Arianna Meloni, responsabile della segreteria politica di Fdi e sorella della premier, molto vicina al ministro Giuli, secondo un retroscena della Stampa, avrebbe rinnovato la sua fiducia al titolare del Mic, provando a spegnere le polemiche interne e la faida che si è aperta dopo l'insediamento del neo ministro. "Alessandro Giuli ha certamente il sostegno di Fratelli d'Italia, non gli è mai mancato". Un avviso ai suoi, in particolare a chi pensa che l'inchiesta di Report possa dare la spallata finale al ministro. Che Giuli abbia dei nemici dentro Fratelli d'Italia però è evidente: basta leggere le chat con insulti omofobi indirizzati al suo ex capo di gabinetto Spano, chiamato addirittura "pederasta". E non sfugge il silenzio dei big del partito: ben poche voci si sono levate in difesa dell'uomo scelto direttamente dalla presidente del Consiglio Meloni.
Il fatto che le relazioni con gli esponenti Fdi non siano rosee è confermato anche dalle parole dello stesso Giuli, che ieri ha rivendicato la sua indipendenza e le "ottime relazioni, alla luce del sole, con scrittori, artisti, cineasti", rapporti perfino "migliori" di quelle "con molti esponenti politici, compresi quelli" del suo "partito".