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Di Battista: “Sapevo di Draghi già la scorsa estate, sarei potuto diventare ministro due volte”

Nel suo nuovo libro, Alessandro Di Battista analizza il curriculum e la storia di Mario Draghi perché “nessuno osa ricordare il suo passato”. L’ex deputato ed ex esponente del Movimento 5 Stelle racconta di aver saputo dell’eventualità che Draghi potesse diventare presidente del Consiglio già ad agosto dello scorso anno, e rivela che invece lui sarebbe potuto diventare ministro due volte: nel Conte bis (ma rifiutò) e nel mai nato Conte ter.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Domani esce "Contro, perché opporsi al governo dell'assembramento", il nuovo libro di Alessandro Di Battista che racconta alcuni retroscena sulla sua vita politica degli ultimi anni, ma soprattutto perché è fiero di aver detto no a Draghi pochi mesi fa e di aver lasciato il Movimento 5 Stelle per questo motivo. L'ex deputato grillino fa una lunga analisi del percorso dell'attuale presidente del Consiglio, scorrendo il suo curriculum e spiegando il perché su Facebook: "La narrazione celebrativa del governo Draghi è nauseante", non c'è "nessuno che osi ricordare il passato di Draghi". Nel saggio scritto da Di Battista c'è un po' di tutto, come annuncia lui stesso: "Nel libro ho messo insieme i conflitti di interesse tra finanza e politica, ho scritto della Trattativa Stato-mafia, ho ragionato di atlantismo ed europeismo, di geopolitica, di Medio Oriente".

Nel libro, però, c'è anche qualche retroscena politico interessante raccontato dall'ex pentastellato. A partire dall'addio, sofferto, proprio al partito: "Quella con il Movimento 5 Stelle è stata un’indimenticabile storia d’amore – comincia l'ex deputato – Il Movimento l’ho amato alla follia, poi qualcosa si è rotto". Le prime parole del suo saggio, però, sottolineano quanto quello alla politica (e ai 5 Stelle) sia un arrivederci e non un addio. Di Battista racconta anche che gli fu offerto un ministero già con la formazione del governo giallorosso, ma che rifiutò perché, per far entrare lui, il Partito Democratico avrebbe chiesto un ministero anche per Maria Elena Boschi. Poi ci fu una seconda chance, con il Conte ter che non si è mai formato, ma che per alcuni giorni è sembrato una via percorribile durante la crisi di governo. Fu Luigi Di Maio a dirgli, già a novembre spiega Dibba, che Renzi faceva sul serio e il governo giallorosso non sarebbe durato. L'ex deputato accettò – si trattava del ministero delle Politiche giovanili – ma non se ne fece niente.

Di Battista, intervistato oggi dal Fatto Quotidiano, spiega che "fonti istituzionali, non del Movimento", gli parlarono "per la prima volta" dell'eventualità che Draghi diventasse presidente del Consiglio "già a metà agosto". L'ex deputato prende le distanze dal garante del Movimento 5 Stelle, con cui rimane un ottimo rapporto, che ha definito Draghi un grillino: "Non so come abbia potuto dirlo". Infine, in conclusione, torna su uno dei cavalli di battaglia del partito: "Solo il rafforzamento degli strumenti di democrazia diretta potrà far da argine all’allargamento della forbice tra l’indigenza più funesta e la sempre più oscena opulenza".

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