Di Battista contro il green pass: “È ipocrita, costituzionalmente è meglio l’obbligo vaccinale”
Alessandro Di Battista contesta il green pass obbligatorio, tanto da ritenere l’ipotesi di obbligo vaccinale migliore rispetto alla certificazione verde che dal 15 ottobre verrà richiesta per tutti i lavoratori, pubblici e privati. Intervistato da Controcorrente, programma in onda su Rete 4, Di Battista parla della raccolta firme lanciata per promuovere un referendum per abolire il green pass: “Penso che il no-vax sia un fenomeno essenzialmente occidentale. Mi fido moltissimo dei vaccini. Tant'è che anche Paesi iper anti-imperialisti che non hanno nulla a che vedere con Big Pharma come Cuba sintetizzano vaccini”. Tuttavia, dopo questa precisazione, l’ex deputato del Movimento 5 Stelle va all’attacco delle decisioni del governo in tema di certificazione verde: “Trovo il green pass uno strumento ipocrita perché la cosa più igienica dal punto di vista costituzionale poteva essere l'obbligo vaccinale con l'assunzione di responsabilità da parte del Governo di tutto quello che va o non va nell'ambito vaccinale”.
Di Battista critica il green pass, sostenendo che sia utilizzato dal governo anche con un altro scopo: “Oggi è anche una bella arma di distrazione di massa, molto utile al governo stesso, perché finché si parlerà esclusivamente del green pass non si parlerà di Mps, di riforma della giustizia, di classe media devastata, degli operai della GKN che protestano. C'è un Paese la cui narrazione è del tutto antitetica rispetto alla realtà, però la narrazione reale non riesce a uscire perché ci si gode di questa dicotomica divisione tra buoni e cattivi, tra no-vax e sì-vax. Consiglio a tutti di vaccinarsi ma ho le mie opinioni”.
L’ex deputato pentastellato parla anche del presidente del Consiglio, Mario Draghi, rispondendo a chi gli chiede cosa ne pensi dell’ipotesi che resti a Palazzo Chigi fino al 2023: “Io non lo volevo neanche prima, sono uscito dal Movimento 5 Stelle per questo. Mi piacerebbe molto, quasi in ‘maniera sadica' – tra virgolette, politicamente sadica – che fosse candidato da tutti i leader di partito al Quirinale e poi trombato nel segreto dell'urna. Mi piacerebbe questo a me come cittadino, ho il diritto anche di cercare qualche piccola soddisfazione personale perché ricordo una serie di storture che ha fatto Draghi da Presidente della Bce, da Governatore della Banca d'Italia, da Direttore Generale del Tesoro. Come non lo gradivo presidente del Consiglio, non lo gradirei presidente della Repubblica”.