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I figli di Borsellino citano Presidenza del Consiglio e Viminale nel processo sui depistaggi di via D’Amelio

I figli di Borsellino che citano come responsabili civili la Presidenza del Consiglio dei ministri e del ministro dell’interno. Udienza preliminare questa mattina a Caltanissetta per i 4 poliziotti Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli, accusati di depistaggio nell’ambito delle indagini sulla strage di via D’Amelio, in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino.
A cura di Annalisa Cangemi
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È iniziata davanti al Tribunale di Caltanissetta l'udienza preliminare nei confronti di quattro poliziotti accusati di depistaggio nell'ambito delle indagini sulla strage di via D'Amelio, in cui ha perso la vita il giudice Borsellino. Gli indagati sono Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli. Facevano parte del pool investigativo "Falcone Borsellino". In aula presenti, Vincenzo Maniscaldi e Giuseppe Di Gangi.

Questa mattina sono state depositate le richieste di costituzione di parte civile e diversi avvocati hanno chiesto la citazione, come responsabili civili, della presidenza del consiglio dei ministri e del ministero dell'Interno. Il legale di Vincenzo Maniscaldi, l'avvocato Giuseppe Panepinto, ha chiesto un termine per esaminare le richieste di costituzione di parte civile.

"Continuiamo il nostro impegno in ogni sede e in ogni ambito alla ricerca della verità. Fiducia nelle istituzioni e nella magistratura in particolare. Questa ulteriore appendice sul depistaggio che nasce dal troncone principale costituisce una parentesi importante rispetto al coinvolgimento in quella stagione stragista, sullo sfondo, comunque, di uno scenario che sembra coinvolgere numerosi altri livelli istituzionali", ha detto l'avvocato Fabio Trizzino, marito e legale di Lucia Borsellino, figlia del magistrato, a margine dell'udienza preliminare.

L'avvocato Trizzino ha poi fatto una precisazione: "A scanso di equivoci, la citazione del responsabile civile nell'odierna udienza preliminare da parte dei figli del giudice Borsellino, costituisce un atto tecnico dovuto. Nessuna implicazione di tipo politico. Anzi, su questo fronte, colgo l'occasione per ringraziare l'attuale governo e la Presidente (della Commissione antimafia ndr) Chiara Colosimo perché sono stati gli unici che, finalmente, hanno dato la possibilità ai figli del giudice Borsellino di rappresentare dinanzi alla Commissione nazionale antimafia, la tragica e terribile vicenda riguardante il loro congiunto", ha scritto sui social l'avvocato Trizzino.

"Anche quest'anno, come e ancor più degli altri anni, le manifestazioni per l'anniversario della strage di via D'Amelio non saranno, come purtroppo ormai succede per il 23 maggio, una parata e un'occasione di passerelle per personaggi istituzionali anche reduci da condanne penali per contiguità alla mafia, per amministratori eletti grazie all'appoggio della mafia e mai rifiutato e per chi vuole fare passare queste stragi soltanto come stragi di mafia. Ma denunceremo i depistaggi e le falsificazioni che ancora, a più di 30 anni di distanza, allontanano la verità e la giustizia per quella che è stata invece una strage di Stato", ha detto il fratello del giudice ucciso dalla mafia, Salvatore Borsellino, durante una conferenza stampa in cui è stato presentato il programma delle iniziative a cura della "Casa di Paolo" che a partire dal 16 e fino al 19 luglio, tra la sede di via Della Vetriera e via D'Amelio, si terranno per ricordare il magistrato e i cinque agenti della sua scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

"Assistiamo agli attacchi che vengono portati quotidianamente dallo stesso governo – ha proseguito – all'indipendenza della magistratura. Ribadiremo il nostro sdegno per le indagini incomplete, l'assenza di processi e i depistaggi riguardanti la sparizione dell'agenda rossa che di queste stragi costituisce la scatola nera e che rappresenta il simbolo del nostro movimento". 

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