Denunciato dopo critiche a Minniti, SI e Possibile: “Il governo chiarisca”, M5s: “Clima di repressione”
Loredana De Petris e Giulio Marcon, rispettivamente capogruppo al Senato e alla Camera di Sinistra Italiana – Possibile, in un comunicato esprimono la loro preoccupazione per la denuncia ricevuta da un giovane praticante avvocato per “vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni costituzionali e delle Forze Armate”, dopo aver criticato in piazza i decreti Minniti-Orlando in materia di sicurezza e immigrazione. Un episodio raccontato da Fanpage.it, e già arrivato in parlamento con due interrogazioni parlamentari di SI e Mdp. "È assolutamente inverosimile la notizia, che abbiamo appreso poco fa dal sito Fanpage.it, della denuncia di ‘vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni costituzionali e delle Forze Armate', del giovane praticante avvocato che il 20 giugno scorso a Roma aveva criticato pubblicamente il decreto Minniti dal palco di una manifestazione per i diritti umani e i migranti promossa da Amnesty International", si legge nella nota dei di Marcon e De Petris.
Gli esponenti della sinistra sono poi tornati a chiedere chiarezza sull'operato delle forze dell'ordine e al governo di rispondere alle interrogazioni parlamentari depositate: "È ingiustificabile L'azione degli esponenti delle forze di polizia che il mese scorso identificarono e cercarono di intimidire il giovane avvocato in piazza del Pantheon. Ed è ancora più ingiustificabile la successiva iniziativa assunta. Ora siamo davvero curiosi di sapere cosa ne pensano i responsabili politici del Viminale e vedremo anche come andrà nella aule di giustizia, perché con i diritti sanciti dalla nostra Costituzione non si scherza. A questo punto, però – concludono – il governo risponda subito alle interrogazioni presentate perché vogliamo sapere le motivazioni di questo ultimo atto e se gli operatori di polizia responsabili allora di quella prevaricazione siano stati o no oggetto di ispezione per un'iniziativa inaccettabile".
Anche il MoVimento 5 Stelle, con una interrogazione a prima firma Federica Dieni sollevano il caso e parlano di "clima di repressione". "Siamo preoccupati rispetto a quanto successo negli scorsi giorni a Roma: è inaccettabile che davanti a critiche politiche contro il decreto Minniti venga aperta un'indagine per vilipendio", spiegano i membri in Commissione Affari Costituzionali, aggiungendo: "La nostra piena solidarietà va all'attivista e al portavoce di Amnesty. Al netto delle opinioni espresse, che possono essere condivisibili o meno, quello che resta inaccettabile è il clima di repressione".