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Denis Verdini indagato: “Ricevette 300mila euro per spingere il governo Renzi a nominare un giudice al consiglio di Stato”

Denis Verdini è di nuovo indagato, questa volta dalla Procura di Messina, per finanziamento illecito ai partiti. Secondo i giudici, l’ex senatore di Ala avrebbe ricevuto 300mila euro per mettere il nome di Giuseppe Mineo nella lista preparata dal governo Renzi per le nomine al Consiglio di Stato.
A cura di Charlotte Matteini
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Denis Verdini è di nuovo indagato, questa volta dalla Procura di Messina, per finanziamento illecito ai partiti. Secondo i giudici, l'ex senatore di Ala avrebbe ricevuto 300mila euro per mettere il nome di Giuseppe Mineo nella lista preparata dal governo Renzi per le nomine al Consiglio di Stato. Questo, secondo la procura, sarebbe stato il prezzo della compravendita della nomina dell’ex giudice del Consiglio di Giustizia Amministrativa Siciliana arrestato il 4 luglio scorso. I soldi richiesti erano per Denis Verdini, che è stato raggiunto da un avviso di garanzia e l’invito a comparire, ma secondo l’agenzia Ansa non si è presentato all’interrogatorio.

Come spiega nel dettaglio ilfattoquotidiano.it, "secondo i magistrati, attraverso una serie di passaggi societari, Verdini avrebbe ricevuto circa 300mila euro dall’avvocato Piero Amara, legale siracusano arrestato a febbraio dalla Procura di Messina nell’inchiesta “Sistema Siracusa” che ha svelato una serie di corruzioni commesse dal legale e dal suo socio, Giuseppe Calafiore, per condizionare processi e sentenze in favore di loro clienti “illustri” come i costruttori Frontino. Il denaro sarebbe servito a indurre Verdini a sostenere la designazione di Mineo. In effetti nel maggio 2016 il magistrato venne indicato dal Consiglio dei Ministri del governo Renzi tra i possibili neo magistrati di Palazzo Spada, ma la nomina venne stoppata a causa del procedimento disciplinare a cui il giudice era sottoposto aperto a suo carico per i ritardi nel deposito delle sentenze al Cga. Nelle stesse settimane in cui il suo nome veniva caldeggiato e accostato a una poltrona di Palazzo Spada, Mineo avrebbe ricevuto 115mila euro per “sovvertire due sentenze” care ad Amara e a Calafiore, accusato con il primo di corruzione in atti giudiziari. Motivo per il quale il pm messinese Maurizio de Lucia aveva ottenuto il suo arresto agli inizi di luglio, poche settimane dopo le elezioni amministrative del 10 giugno in cui Mineo era stato candidato al consiglio comunale di Catania con la Lega di Matteo Salvini". 

Ad accusare Verdini è stato Piero Amara, che subito dopo l’arresto ha cominciato a collaborare con la Procura e proprio grazie alle sue dichiarazioni ha preso il via l'inchiesta che ora coinvolge l'ex senatore di Ala.

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