Delrio: “Il nostro è un Governo di sinistra”
In un momento cruciale per la vita dell'esecutivo, con il primo passaggio parlamentare della seconda gamba del Jobs Act (la legge delega su ammortizzatori sociali e revisione delle forme contrattuali blindata con la fiducia al Senato) e con l'impostazione della legge di stabilità (su cui tecnici e ministri sono già al lavoro), torna a parlare anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio. Il numero 2 del Governo Renzi rilascia infatti una lunga ed articolata intervista a La Stampa, durante la quale fa il punto della situazione e rivendica i meriti e le conquiste di questi primi mesi alla guida del Paese.
"Questo è un governo di sinistra, che non sta chiuso nel Palazzo ma va in tutti i luoghi dove è più forte la crisi, nei distretti industriali, nelle fabbriche a rischio chiusura, con un premier che non rinuncia mai al confronto con i lavoratori anche se aspro e difficile". Così parla Delrio, spiegando come a suo modo di vedere la Cgil sbagli a confermare lo sciopero generale e la manifestazione nazionale di Roma. Il Governo invece merita fiducia per gli sforzi che sta facendo per la ripresa: "Ci saranno nella legge di stabilità misure per rendere più facile il rapporto col contribuente. Ci vuole un patto di fiducia tra fisco e imprese." E sul lavoro rilancia: "Abbiamo fatto la riforma per proteggere i lavoratori: non toglie tutele, ma le mette, è fatta per creare più lavoro. E’ giusto chiedere un’attenzione ossessiva al tema degli occupati, e noi per primi vogliamo difendere e promuovere il lavoro, ma sbagliano i sindacati a pensare che questo governo vuole destrutturare i diritti".
Sulla spending review invece il discorso è più complesso: "Per poter dare garanzia più immediata rispetto a processi che portano risparmi col tempo c’è la regola del 3%, che ci consentirà 3-4 miliardi immediati di risparmi dai ministeri. Ma il messaggio forte è dare certezza su due punti: che continua la riduzione fiscale". E l'ultimo messaggio è per la minoranza Pd: "Forse in questo momento il paese vorrebbe unità nelle scelte. Prampolini diceva uniti siamo tutto, divisi siamo nulla”.