Delmastro: “M5s farnetica, nessun regalo a corrotti”, de Raho: “Non sa cosa ha votato nel dl Giustizia”
Scontro tra Fdi e M5s sulla giustizia. Il sottosegretario di Fratelli d'Italia Delmastro attacca il M5s sul decreto Giustizia, che ieri ha ottenuto la fiducia alla Camera con 201 voti favorevoli, 125 contrari e 5 astenuti, e che contiene modifiche soprattutto alle regole sulle intercettazioni.
"Ieri alla Camera dei Deputati, con il Dl Giustizia, il Governo Meloni ha preservato le intercettazioni contro la criminalità organizzata e per i reati più gravi. Oggi il M5s, per bocca di Cafiero de Raho, farnetica di presunti ed inesistenti regali ai corrotti. Delle due l'una: o non sanno quel che dicono e vivono l'impegno parlamentare come turisti della democrazia, o siamo alla malafede più conclamata. Gli italiani sappiano che abbiamo salvaguardato lo strumento principe della lotta alla criminalità organizzata, per il M5Stelle e per l'ipotesi della buonafede proveremo con dei disegnini", ha dichiarato in una nota Andrea Delmastro delle Vedove, deputato di Fratelli d'Italia e sottosegretario alla Giustizia.
Delmastro si riferisce al commento oggi rilasciato da Cafiero de Raho: "Il decreto legge Giustizia approvato ieri dalla Camera dimostra ancora una volta la volontà del governo Meloni di scardinare i meccanismi della democrazia parlamentare, renderla sempre più debole. E ciò che stupisce di più è il fatto che questo accada in un clima di prevalente indifferenza, disinteresse. È la normalizzazione patologica. Cresce sempre di più il ricorso alla decretazione d'urgenza e al voto di fiducia. Questo governo sta inanellando dei record in tal senso, con buona pace degli strali che la presidente Meloni lanciava dall'opposizione".
"Come se non bastasse – ha proseguito – si susseguono decreti dal contenuto del tutto eterogeneo, accozzaglie fatte senza criterio. Il governo non ha le idee chiare e non ha la capacità di disciplinare le singole materie in modo ordinato. Sul decreto Giustizia, il Comitato per la legislazione ha evidenziato che dei 35 commi di cui si compone il testo, ben 6 richiedono l'adozione di provvedimenti attuativi e quindi non possono avere immediata applicazione. Ciò dimostra che non doveva essere usato il decreto legge. Il presidente della Repubblica ha già mosso duri moniti affinché non si vada avanti su questa strada, nel pieno rispetto del suo ruolo la nostra opinione è che di fronte al menefreghismo del governo si debba pensare a passi istituzionali ancora più forti ed espliciti", ha detto il deputato pentastellato, vice presidente della commissione Antimafia.
"La situazione non migliora se si entra nel dettaglio del decreto Giustizia", ha aggiunto: "ancora una volta vengono protetti corrotti e corruttori, pubblici ufficiali e politici che commettono reati contro la Pubblica Amministrazione. Ancora una norma salva corrotti dal governo Meloni, è veramente una vergogna. Altro che sovranisti della legalità, stanno smantellando tutta la legislazione che combatte l'intreccio tra mafia e corruzione".
Cafiero de Raho replica a Delmastro
Il deputato del Movimento Cinque Stelle Cafiero de Raho ha risposto così alle critiche del membro del governo: "Il sottosegretario Andrea Delmastro usa parole offensive e parla senza conoscere la legge che hanno appena votato alla Camera. Con un emendamento di Forza Italia, sostenuto dal governo e da tutta la maggioranza insieme ad Azione-Iv, nell'articolo 270 del Codice di Procedura Penale hanno soppresso il richiamo all'articolo 266: in questo modo si impedisce l'utilizzabilità delle intercettazioni in procedimenti diversi quando esse riguardino delitti di corruzione, peculato, concussione e gli altri reati contro la pubblica amministrazione. Come vuole chiamare tutto ciò Delmastro se non norma salva corrotti? È molto grave che Delmastro, da sottosegretario alla Giustizia, non conosca le norme che la maggioranza e il governo approvano e le conseguenze che ne derivano".
Delmastro passa al contrattacco. E il M5s risponde
"L'insostenibile leggerezza di Cafiero de Raho assume contorni metafisici. Il Dl Giustizia salvaguarda i risultati delle intercettazioni per gravissimi reati e garantisce la procedura per intercettare reati aggravati dal metodo mafioso", ha dichiarato in una nota Andrea Delmastro delle Vedove, replicando a de Raho.
"Abbiamo anche evitato il ripescaggio di intercettazioni a strascico, aderendo ai più recenti interventi istituzionali. Contrasto frontale alle organizzazioni criminali, salvaguardia dei processi nei confronti dei mafiosi e di altri pericolosi criminali e garanzie in ordine alla formazione della prova sono i capisaldi del Governo Meloni: un Governo, per essere chiaro, che ha scongiurato lo sgretolarsi dell'ergastolo ostativo, mentre quando i riferimenti di Cafiero de Raho hanno avuto (ir)responsabilità di governo si assisteva alla scarcerazione di centinaia di boss mafiosi. Nessuna lezione di contrasto alla criminalità può venire da chi appartiene alla galassia di chi ha governato dormendo il sonno degli ingiusti mentre i mafiosi allegramente uscivano dal carcere".
"Il sottosegretario Delmastro dovrebbe impiegare meglio il suo tempo, magari nella ricerca di risorse per assumere magistrati, agenti di Polizia Penitenziaria, funzionari giuridici pedagogici, anziché sprecarlo per dire sciocchezze e falsità", ha commentato la capogruppo M5S in commissione Giustizia alla Camera Valentina D'Orso.
"La Giustizia è una materia troppo delicata, richiede impegno e serietà. Oggi il collega Cafiero De Raho ha colto nel segno e toccato evidentemente un nervo scoperto del governo, che sta umiliando il Parlamento, indebolendo la nostra democrazia e facendo favori a corrotti e corruttori. Questi sono i fatti, il resto sono chiacchiere che vanno via con il vento, mentre i danni per l'Italia restano. Le repliche di Delmastro, sempre troppo muscolari, sono risibili. Prima dimostra di non conoscere nemmeno le norme che approva, poi non avendo più argomenti tira fuori la solita panzana delle scarcerazioni durante il Covid. Tutti sanno che è semplicemente una sciocchezza, che le prime uscite dal carcere avvennero perché fu applicata dalla magistratura di sorveglianza una vecchia legge del governo Berlusconi, poi il ministro Bonafede intervenne e rimandò tutti dentro, bloccando altre scarcerazioni. Quanto all'ergastolo ostativo, questo governo ha consegnato all'Italia una legge che scoraggia la collaborazione con la Giustizia e favorisce chi rimane nell'omertà. Un'autentica follia, forse anche in quel caso approvavano norme senza conoscerne il contenuto?".