Delmastro (FdI) a Fanpage.it: “Reddito di cittadinanza è tossico, Conte taccia se si parla di aiuti”
Il reddito di cittadinanza torna prepotentemente al centro del dibattito pubblico, principalmente per via della difficoltà lamentata dagli imprenditori nel trovare manodopera che viene imputata al sostegno, ma anche perché Italia Viva ha appena lanciato una raccolta firme per abrogarlo. Tra i maggiori oppositori della misura c'è Fratelli d'Italia, che fin da quando è stata varata dal primo governo Conte ha chiesto di eliminarla. Andrea Delmastro Delle Vedove, deputato del partito guidato da Giorgia Meloni, ha spiegato in un'intervista a Fanpage.it tutti i problemi del reddito di cittadinanza, rispondendo al Movimento 5 Stelle e al suo leader.
Conte vi ha attaccati duramente per le vostre posizioni sul reddito di cittadinanza, ha detto che volete umiliare chi è in difficoltà, che siete come Robin Hood ma al contrario, che siete forti con i deboli…
Vedo un uomo alla ricerca di una parte ancora da recitare in commedia dopo che le ha fatte tutte. Tra il Conte e il Conte bis è stato come con Dr Jekyll e Mister Hyde. Ora ecco la terza parte in commedia, quella di un redivivo Conte che va a cercare l'unica misura politica mai messa in campo dal Movimento 5 Stelle, seppur fallimentare, e che cerca di ricostruirsi con essa una nuova verginità politica. Dalle misure a favore dei disabili a quelle per i pensionati sociali con la minima, passando per gli aiuti alle famiglie in piena pandemia, Fratelli d'Italia non accetta lezioni da chi è stato compartecipe di questo governo. Hanno affamato in piena pandemia il popolo italiano. Conte dovrebbe avere la decenza di tacere quando si parla di aiuti alle famiglie o a categorie sociali che hanno sofferto.
Parla degli aiuti del governo durante il periodo delle chiusure a causa del Covid? Cosa non è andato secondo lei?
Il governo ha funestato famiglie e imprese, prima chiudendo le attività produttive e proibendo la vita sociale e poi non risarcendo. Quando inaugurammo il periodo Draghi, cioè i migliori al governo, la prima promessa fu mai più chiusure senza prima risarcimenti. Non vi è stato alcun paracadute sociale nella gestione della pandemia, nonostante l'Italia abbia assunto con Speranza, l'uomo i cui neuroni concepivano solo chiusure per fronteggiare la pandemia, le misure più restrittive e repressive sotto il profilo economico. Si doveva fare di più, ma tanto di più, per famiglie e imprese. In particolar modo per quelle chiuse per decreto con una violenza costituzionale inaudita e con stupidità scientifica, visto che le misure non hanno mai prodotto nulla.
Torniamo al reddito di cittadinanza. Per voi si deve abolire subito, e non lo dite certo da oggi. Perché?
Noi abbiamo sostenuto fin dall'inizio, e ora i dati ci danno ragione, che il reddito di cittadinanza è il metadone di Stato applicato alle politiche attive del lavoro. Ha cronicizzato la povertà, intossicato e disincentivato il mondo del lavoro. Questo emerge con evidenza dal lavoro stagionale. Già l'estate passata le aziende che operano nel turismo ci dicevano che, qualsiasi cifra offrissero, difficilmente riuscivano a trovare lavoratori.
L'obiezione che vi viene fatta, però, è che al di là del collegamento con le politiche attive del lavoro si tratta comunque di un sostegno a chi è in difficoltà…
Abbiamo speso venti miliardi per governare l'Italia come governassimo le Bahamas, non rendendoci conto che siamo la seconda potenza manifatturiera d'Europa e che quei soldi potevano essere utilizzati per intervenire sul cuneo fiscale. Dopodiché esiste un problema per le categorie più fragili, che devono avere dei redditi di emergenza che gli rendano possibile l'esistenza, ma certo non possiamo governare l'Italia come se fossimo seduti sopra al petrolio e potessimo distribuire reddito di cittadinanza a tutti.
Perciò quei soldi andavano investiti, ma direttamente sul lavoro?
Sì, sul cuneo fiscale. E va sottolineato che uno shock sulla tassazione del mondo del lavoro avrebbe sortito tutt'altro effetto. L'Italia è una nazione che trasforma le materie prime, una nazione manifatturiera e per avere una ricchezza sociale diffusa deve avere lavoro. Invece noi abbiamo flagellato le nostre imprese di tasse per redistribuire la ricchezza. La verità è che prima di redistribuire la ricchezza bisognerebbe consentire a qualcuno di produrla.
Vi accusano di voler cancellare il reddito di cittadinanza per investire quei soldi sulle armi però…
Questa storia deve essere assolutamente chiarita, se Conte non la capisce provo a fargli dei disegnini quando lo incontro per strada. Quando dice che l'Europa è passiva, che non si vede nella crisi, che non è propositiva negli spiragli di pace e l'Italia altrettanto, dobbiamo ricordargli che per essere all'interno della cornice euroatlantica come alleati rispettati non dobbiamo chiedere ad altri di difenderci. Il problema è essere in grado di supportare la propria politica estera investendo sugli armamenti.
Gli imprenditori dicono che non trovano lavoratori per via del reddito di cittadinanza, ma qui l'obiezione è: se la paga è mille euro e il sostegno 800 il problema non è l'aiuto ma il salario basso. Che ne pensa?
Che vivono fuori dal mondo. Basta passeggiare a Roma per sapere quanto gli imprenditori stiano alzando gli stipendi e quanto comunque continuino a ricevere risposte negative. Se percepisco 800 euro per non fare nulla ne devo avere almeno 1.600 netti per muovermi, lavorare, pagare la benzina, non avere più il lavoretto in nero da fare. Questa è la verità e lo sanno pure le pietre.
Italia Viva ieri ha lanciato una raccolta firme per un referendum per abolire il reddito di cittadinanza, tanto che Conte se l'è presa anche con Renzi. Sosterrete la loro campagna?
Noi siamo stati i più strenui avversari del reddito di cittadinanza e siamo ancora orgogliosamente tali, ma bisogna vedere cosa propone Italia Viva. Anche perché noi, a differenza di Conte, non essendo loro alleati di governo prima di sottoscrivere qualsiasi cosa la vogliamo leggere nel dettaglio. Questa è un'esperienza di governo che è tenuta unita solo dai privilegi che Conte riesce a distribuire ai suoi, salvo criticare gli alleati che tengono lui e il suo gruppo al potere. Se ha tutti questi problemi con Italia Viva è facile: può uscire dal governo. O forse ciò che viene garantito a quelli che dovevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno è troppo ghiotto e ci si infilano dentro come in una tonnara.