Delmastro (FdI) a Fanpage.it: “Green pass nazionale è un ricatto per la vita sociale degli italiani”
Il deputato di Fratelli d'Italia Andrea Delmastro Delle Vedove, responsabile Giustizia del partito e capogruppo FdI in commissione Esteri, commenta a Fanpage.it la discussione in corso in queste ore nel governo per aggiornare le regole per l'utilizzo del green pass italiano. A differenza di quello europeo, in vigore da oggi, il certificato verde italiano può essere scaricato subito dopo la prima somministrazione, ed è attivo 15 giorni dopo. Ma le varianti del virus, e in particolare la variante Delta, stanno spingendo l'esecutivo a fare delle valutazioni differenti, sulla spinta delle preoccupazioni degli scienziati e del Comitato tecnico scientifico. Anche il sottosegretario alla Salute Costa ha confermato quest'ipotesi oggi, spiegando che il green pass italiano "potrebbe essere riconosciuto solo dopo la somministrazione della seconda dose". Resta però l'incognita per chi il certificato lo ha già ricevuto dopo la prima inoculazione: a quel punto il documento – che serve per partecipare anche alle feste di matrimonio, per entrare nelle Rsa e presto anche per le serate in discoteca – non sarà più valido per i cittadini che lo hanno già ricevuto?
Onorevole Delmastro c'è il rischio che la gestione del green pass diventi caotica? Da quanto emerso sembra che potrebbe verificarsi un corto circuito.
Noi siamo contrari a prescindere al green pass nazionale. Mentre quello europeo è probabilmente una necessità, per non essere esclusi dal turismo internazionale, quello nazionale più che uno strumento per la ripartenza è uno strumento per ricattare. Secondo Fratelli d'Italia è raggelante che per partecipare alla vita sociale sia necessario un pass che consente tra l'altro un tracciamento degli italiani inammissibile e inaccettabile. Evidentemente inseguire l'Europa sulla necessità del secondo vaccino vuol dire proseguire questa via ricattatoria. Mi potranno impedire di fare alcune attività, come andare al ristorante o andare in discoteca, e questo lo deciderà un pass. Ma il governo non dovrebbe limitare la circolazione dei cittadini in base a un certificato all'interno dei confini nazionali, dovrebbe ragionare solo per protocolli di sicurezza delle diverse attività. Punto. Per entrare nei locali bastano le norme anti Covid, non serve una seconda carta d'identità. Forze dell'ordine, commercianti, baristi, mi chiedano eventualmente di fornire il mio documento d'identità, se ne hanno necessità. Introdurre poi l'obbligo di effettuare il secondo vaccino per scaricare il green pass introduce un ulteriore problema pratico e gestionale, per chi per esempio ha già ottenuto il certificato. Si naviga a vista, di follia in follia.
Ma la variante Delta spaventa, e sono gli scienziati a chiedere di ripensare le regole.
Gli scienziati possono dire quello che vogliono, per un principio di cautela. Noi non nascondiamo di aver avuto fino a oggi la sensazione che l'Italia sia stata bullizzata da un ragazzo, Speranza, che è a sua volta ostaggio del Cts. Gli esperti fanno bene a raccontare gli aspetti medico-scientifici. Dopo di che le scelte devono essere politiche. A più di un anno e mezzo dall'inizio della pandemia deve cessare lo stato d'emergenza, e soprattutto la limitazione di libertà costituzionali e della vita sociale, per il tramite di certificati. Il governo deve assumersi la responsabilità di fare protocolli di sicurezza, categoria per categoria, per contrastare le varianti. L'esecutivo ha invece interamente scaricato sull'economia reale le sue colpe, chiudendo bar e ristoranti. Io personalmente ho fatto prima un emendamento e poi un ordine del giorno, con i quali chiedevo al governo di fare i compiti estivi, prima che si parlasse di questa mutazione: studiate protocolli di sicurezza per proteggere le categorie più flagellate, invece di chiudere le attività perché non siete riusciti a pensare a un modello adeguato per i trasporti pubblici a dimensione di pandemia e non siete riusciti a organizzare e garantire terapie domiciliari agli anziani.
Quindi il governo dovrebbe agire primariamente sui trasporti pubblici?
Se mentre chiudono le attività gli anziani per andare a prendere la pensione sono costretti a salire sugli autobus stipati come dei polli c'è qualcosa che non funziona. Un illustre scienziato, John P.A. Ioannidis, professore della Stanford University, ha detto che tutte le misure di chiusura dell'Italia hanno avuto un'efficacia nel contrasto alla pandemia pari a quella che avremmo avuto solo con una diversa distribuzione del trasporto pubblico locale. Questo ci dimostra che il governo ha fallito su tutta la linea, e ora si inventa pure il green pass. Nelle Rsa per esempio basterebbe applicare le misure di sicurezza anti Covid per consentire le visite agli anziani, come richiedere un tampone negativo.
Parliamo di quello che sta succedendo nel M5s e dello scontro tra Grillo e Conte. Questa situazione può destabilizzare l'esecutivo?
Non siamo più alle comiche finali, siamo al comico finale. Noi abbiamo scoperto dall'Elevato giullare che Conte sarebbe un incapace privo di visione politica e lui lo ha collocato a governare l'Italia, per più di due anni, ma non gli ha consentito di governare il M5s per più di due minuti. A questo punto penso che Grillo voglia veramente male agli italiani. Perché tanto accanimento? Perché prendere un incapace e metterlo alla guida dell'Italia come presidente del Consiglio?
Come vedete l'eventuale inserimento di un partito di Conte nella compagine di governo?
Un eventuale partito di Conte non può che portare a un'ulteriore frantumazione di questa maggioranza. Ormai tre quarti degli scontri su qualsiasi provvedimento, prima di manifestarsi in Parlamento, si verificano in Consiglio dei ministri. Ma noi crediamo che la difficoltà della pandemia imponga interventi radicali, precisi e puntuali, non interventi frutto di una mediazione continua. Un partito di Conte non farà altro che portare una nuova disarmonia all'interno del governo.
Questo caos segnerà la fine del Movimento Cinque Stelle?
Io penso che la fine del Movimento Cinque Stelle sia già scritta da tempo. Dall'uno vale uno sono arrivati all'uno vale l'altro, passando in una notte da Salvini alla Boldrini, senza soluzione di continuità. Questo vuol dire rivendicare il diritto alla prostituzione politica: ‘sto con chiunque al governo pur di rimanere inchiavardato a quelle poltrone che tanto criticavo'. Per non parlare del tetto dei due mandati: ora discutono anche di triplo, quarto e quinto mandato. E il giustizialismo, che innervava tutto il M5s, per cui a fronte di un singolo avviso di garanzia tutti dovevano dimettersi, è crollato: ora assistiamo a un'aggressione mediatica di una presunta vittima di violenza sessuale, da parte di un padre che difende il figlio, giustificandolo perché ‘mostrava solo il membro con gli amici', di fronte a una ragazza. Mio figlio non deve aver paura della giustizia penale se fa una cosa del genere, deve aver paura di suo padre. Siamo alla fine di ogni mito pentastellato.
Perché non volete prendere in considerazione il partito unico di centrodestra, proposto da Berlusconi, in vista delle prossime elezioni politiche?
Abbiamo già visto, per chi lo ricorda, che l'esperienza di una fusione a freddo, con il Pdl, non è stata positiva. Siamo poi assolutamente convinti che il centrodestra per ogni appuntamento elettorale debba presentarsi compatto, perché il suo elettorato non capirebbe il contrario, perché c'è un'omogeneità socio-economica e culturale in tutte le proposte che facciamo. All'interno della coalizione però ci sono diverse sfumature di identità, il centrodestra è una polifonia che funziona benissimo. Un'unica voce ci rende invece meno attrattivi. Noi riteniamo che la conformazione attuale sia la migliore in termini elettorali, quella che maggiormente può consentire alle varie anime del centrodestra di manifestarsi e intercettare consensi.
E l'idea di una federazione lanciata da Salvini? Secondo lei è un modo per indebolire Fratelli d'Italia, frenandone l'ascesa?
Prendiamo atto del fatto che Salvini continui a negare questa circostanza. Io parto dal principio di buona fede con chiunque, si figuri con un nostro alleato.
Avete ricevuto da parte sua una proposta? C'è stato un tentativo di coinvolgervi?
Iniziamo a capire intanto dove si deve collocare il centrodestra. Secondo noi dovrebbe essere all'opposizione, tanto più che nel governo non c'è stata alcuna discontinuità, nemmeno simbolica. Il ministro Speranza è ancora lì. È possibile che il centrodestra, dopo aver criticato la gestione pandemica del Conte bis, accetti di far parte di un governo di unità nazionale con Speranza, il simbolo di tutto ciò che abbiamo contestato fino a ieri insieme? Legittimo che gli alleati abbiano deciso di rispondere a un appello per un governo di unità nazionale, per carità. Il centrodestra comunque è vivo e saldo nelle proposte, esiste a prescindere da particolari stagioni politiche come questa. La piazza di San Giovanni, in cui tutta la coalizione si è ritrovata, è stata possibile grazie a Giorgia Meloni, che come dice lei stessa è ‘tristemente monogama'. Noi continuiamo a presidiare le ragioni della famiglia, delle imprese, della difesa dei confini, e sappiamo che prima o poi il centrodestra si ritroverà comunque attorno a queste idee, che continuiamo a portare avanti senza compromessi, perché sono quelle che gli italiani si attendono.