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Delmastro e Santanchè, magistrati a Meloni: “Giudici applicano leggi senza distinguere le persone”

L’Anm risponde a Meloni: “Nel caso del sottosegretario di stato Delmastro non si è trattato di una sostituzione del giudice al pm, ma del doveroso controllo che il giudice esercita sul suo operato”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta in conferenza stampa da Vilnius, sulle tensioni registrate con la magistratura, legate soprattutto alle vicende giudiziarie che interessano alcuni membri dell'esecutivo, il sottosegretario Delmastro, la ministra del Turismo Daniela Santanchè e il presidente del Senato Ignazio La Russa, il cui figlio è accusato di stupro. Su quest'ultima vicenda Meloni però ha tenuto a precisare che il presidente di Palazzo Madama non avrebbe dovuto esprimersi sul caso, e ha invitato la politica a restarne fuori.

Diverse dichiarazioni fatte nei giorni scorsi da parte di alcuni membri del governo, unite al messaggio, attribuito a ‘fonti di Palazzo Chigi', in cui si accusano i giudici di voler fare "opposizione", hanno mostrato chiaramente l'insofferenza da parte della maggioranza nei confronti di una parte della magistratura.

La presidente del Consiglio ha chiaramente detto che si "identifica" nella nota attribuita a fonti di Palazzo Chigi con cui, settimana scorsa, il governo è intervenuto sui casi Delmastro e Santanché, chiedendo se la magistratura non fosse scesa in campagna elettorale per le europee. "Il tema della nota di Chigi non è riferibile al tema La Russa in alcuna misuraha precisato la presidente del Consiglio rispondendo a chi le ha domandato di fare chiarezza – ma è riferibile alle due cose che ho detto qui", e cioè i casi Delmastro e Santanché.

Meloni però ha ribadito di voler andare avanti con la riforma della Giustizia, in particolare con la separazione delle carriere tra giudice e pm, ma di non voler andare allo scontro con le toghe. Anzi, ha detto di auspicare ci sia una stretta collaborazione con i giudici nella messa a terra della riforma, che non vuole essere affatto una vendetta contro la magistratura. Meloni a Vilnius ha assicura che "non c'è nessun conflitto con la magistratura, sicuramente non da parte mia", ma ha anche sottolineato che il governo ha un "programma chiaro" che prevede appunto la separazione delle carriere, e intende andare avanti. "Mi hanno sorpreso alcune dichiarazioni in questi giorni da parte di alcuni membri del Csm", ha detto, aggiungendo però che l'obiettivo è quello di "riformare la giustizia con il contributo dei magistrati". Un tentativo insomma di svelenire il clima, che però non sembra sia andato a buon fine.

A stretto giro è arrivata la replica dell'Anm, in particolare sul caso di Delmastro: "I giudici applicano quotidianamente e indistintamente per tutti i cittadini la legge processuale, ed è uno stato di cose che non vedo come potrebbe essere destinato a mutare nell'ipotesi di separazione delle carriere", ha detto il segretario dell'Anm Salvatore Casciaro, riferendosi all'imputazione coatta disposta dal gip di Roma per il sottosegretario.

"Nel caso del sottosegretario di stato Delmastro non si è trattato di una sostituzione del giudice al pm, ma del doveroso controllo che il giudice esercita sul suo operato. Un giudice che valuta gli elementi di prova e si orienta autonomamente non si sostituisce al pm, ma fa solo il suo mestiere di giudice, con la terzietà che lo contraddistingue", ha chiarito.
"Tanto può accadere se interviene come Gip, ma avverrebbe pure se operasse come giudice del dibattimento, ben potendosi evidentemente discostare dalle conclusioni delle parti", ha aggiunto Casciaro, sottolineando che "questo impone l'attuale legge processuale".

Cosa ha detto Meloni su Delmastro in conferenza stampa

"L'imputazione coattiva nei confronti del sottosegretario Delmastro secondo me è obiettivamente una cosa che io guardo con stupore, di fronte a una richiesta di archiviazione di un pubblico ministero", ha detto Giorgia Meloni oggi pomeriggio, rispondendo sui tre casi giudiziari che stanno scuotendo la maggioranza, Delmastro, Santanchè e il figlio di Ignazio La Russa. "Mi sono limitata a prendere atto di quelle che mi sono sembrate anomalie, ma sono tre casi diversi, vanno valutati ciascuno a sé", ha detto.

"La questione del sottosegretario Delmastro è una questione che obiettivamente mi ha molto colpito. È sicuramente una questione politica. Delmastro è sottosegretario alla Giustizia, quindi riguarda un esponente del governo nell'esercizio del suo mandato. Nei suoi confronti viene disposta una imputazione coattiva contro il parere del pubblico ministero, tra l'altro di una procura non esattamente abituata, diciamo a fare sconti, per come la vedo io. Intanto ho chiesto quanti fossero i casi di imputazione coattiva nel nostro ordinamento, mi è stato risposto che sono diciamo irrilevanti sul piano statistico", ha detto al termine del vertice Nato.

"Per come la vedo io – ha continuato – in un processo di parti, la terzietà del giudice significa che il giudice non dovrebbe sostituirsi al Pm imponendogli di formulare l'imputazione quando questi non intende esercitare l'azione penale. Lo dico perché credo che queste siano il senso delle dichiarazioni del ministero della Giustizia sul tema in questione".

L'imputazione coattiva è "giuridicamente lecita ma è una scelta, quindi io la valuto come scelta" che "non avviene quasi mai. Nel momento in cui avviene nei confronti di un sottosegretario per un atto che comunque riguarda anche l'esercizio del suo mandato, io ne assumo la consapevolezza ed è esattamente quello che ho detto rispetto all'avviso di garanzia nei confronti del ministro Santanchè. Perché in uno stato di diritto chi è indagato non scopre prima dei giornali di esserlo, e il fatto che sia già accaduto in passato non lo rende normale. Il punto è che noi ormai siamo arrivati a considerare normali" vicende "che non dovrebbero esserci in uno stato di diritto", ha sottolineato.

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