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Definitiva spaccatura nell’Idv: Massimo Donadi si dimette da capogruppo

Il capogruppo contrassegna con questo gesto significativo la sua presa di posizione nei confronti del leader del partito, Antonio Di Pietro, impegnato a far fronte alla bufera mediatica che da una settimana l’ha coinvolto.
A cura di Andrea Parrella
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Camera, comunicazioni del Presidente Fini

Non si arresta l'effetto domino all'interno dell'Italia dei Valori, un partito contrassegnato oramai da un inesorabile ed apparentemente insanabile subbuglio interno. Ultimo ma significativo evento rilevante è il passo indietro di uno degli uomini di punta della compagine. La notizia è giunta nel tardo pomeriggio, Massimo Donadi ha annunciato le sue dimissioni dal ruolo di capogruppo alla camera dell'Italia dei Valori. Lo fa con una dichiarazione decisa:

Nel pomeriggio ho annunciato al presidente della Camera, Gianfranco Fini, le mie dimissioni da capogruppo dell'Idv. E' una scelta che compio con serenità e convinzione affinché nella riunione dei gruppi parlamentari nessuno possa usare strumentalmente questo tema per eludere l'unico confronto veramente dirimente, quello sulla rottamazione di Idv che Di Pietro sta scientemente portando avanti

La decisione giunge a fronte dei più recenti risvolti in merito al caos generato nel partito dalle indiscrezioni sulla gestione sospetta dei rimborsi, il tutto venuto fuori dall'inchiesta del programma televisivo Report, che ha sollevato il polverone. La spaccatura si era già consumata nella scorsa settimana, quando buona fetta  del partito si era scagliata contro il fondatore, in primis lo stesso Donadi, denunciando il comportamento scorretto di Di Pietro. Quest'ultimo, nel pomeriggio di oggi, denunciando un Idv accoltellato alla schiena ha annunciato l'intenzione di non sciogliere l'Idv, ma di voler improntare il futuro verso un sostanziale rinnovo, forse in nome della collaborazione con Grillo. L'ex magistrato ha detto:

Il nuovo partito si chiama Italia dei Valori, come simbolo ha un gabbiano e stiamo lavorando per togliere il nome Di Pietro perché deve diventare più grande, più impersonale, più determinato a portare avanti la battaglia per la legalità e la solidarietà. Io ne sarò il portavoce, il primo rappresentante finché starò in piedi e finché i cittadini e gli elettori lo vorranno.

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