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Def, la Camera approva lo scostamento di bilancio al secondo tentativo: stavolta la maggioranza c’è

La Relazione sullo scostamento di bilancio del governo Meloni è stata approvata dalla maggioranza, alla Camera. A differenza di ieri, quando il centrodestra non aveva un numero di deputati sufficiente per raggiungere la maggioranza assoluta, oggi la proposta ha avuto 221 voti favorevoli e 116 contrari.
A cura di Luca Pons
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Via libera, al secondo tentativo, alla Relazione sullo scostamento di bilancio presentata dal governo Meloni. Alla Camera, la maggioranza l'ha approvata con 221 voti favorevoli. La soglia da superare era quella della maggioranza assoluta dei componenti della Camera: 201 voti, mentre ieri erano stati solo 195 a causa delle troppe assenze nelle file del centrodestra. È stata la prima volta nella storia parlamentare che una maggioranza non ha approvato una parte del Def presentato dal proprio governo.

Nel pomeriggio è toccato al Senato per chiudere la questione, che Giorgia Meloni ha definito "una figuraccia". A Palazzo Madama, che aveva già approvato ieri la Relazione, non ci sono stati intoppi: lo scostamento di bilancio è passato con 112 favorevoli, 57 contrari e nessun astenuto.

L'approvazione definitiva dovrebbe permettere al governo di andare avanti con il decreto Lavoro e il taglio del cuneo fiscale per il Primo maggio. Con i 3,5 miliardi di euro di scostamento richiesti, infatti, l'esecutivo ha detto di voler tagliare leggermente le tasse per i lavoratori dipendenti nelle fasce di reddito più basse. Una manovra che porterebbe, secondo le stime, poco più di 15 euro in più in busta paga, in media.

Tensioni in Aula, seduta sospesa mentre parla FdI

Nel corso delle dichiarazioni di voto, iniziate questa mattina alle 9, la seduta è stat interrotta due volte: la prima per un malore di Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, e la seconda per le proteste delle opposizioni durante l'intervento di Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia. Foti, infatti, dopo aver iniziato la dichiarazione del suo gruppo chiedendo "scusa agli italiani e al presidente del Consiglio" per quanto accaduto ieri, ha criticato il regolamento della Camera che avrebbe reso più difficile raggiungere il numero di voti necessario: "Non possiamo dimenticare che alcuni quorum funzionali per rendere efficaci le votazioni stabiliti quando questa Camera era di 630 componenti siano rimasti immutati nonostante la Camera sia stata ridotta a 400 componenti. Questo è un problema", ha detto. In realtà, la soglia della maggioranza assoluta si è adattata al numero di parlamentari: era di 316 voti quando i componenti erano 630 e si è abbassata a 201 ora che sono 400.

Foti ha poi continuato con toni molto accesi attaccando la minoranza, ricordando "luglio del 2022" – quando il Movimento 5 stelle non si presentò al Senato nel voto di fiducia al governo Draghi – e difendendo con veemenza l'operato del governo Meloni finora. Dall'opposizione si sono sollevati cori di protesta, tanto che il presidente della Camera Lorenzo Fontana, dopo aver richiamato più volte sia lo stesso Foti sia gli esponenti della minoranza, ha deciso di sospendere la seduta un'altra volta. "Prima riconoscono l'errore sullo scostamento di bilancio e poi ci attaccano. Così non si fa", ha dichiarato il deputato dem Nico Stumpo uscendo dall'Aula.

Le critiche dell'opposizione: "Non siete pronti né affidabili"

"‘Non ho parole': non è la mia reazione ma quella della premier Meloni costretta a fare i conti con una maggioranza incapace di garantire i numeri necessari ad approvare il Def", ha detto la capogruppo del Pd alla Camera Chiara Braga. "Un incidente di percorso? Il messaggio è chiaro: non siete pronti, non siete affidabili, non siete nemmeno patrioti. Alcuni di voi hanno voluto allungare il ponte del 25 aprile, troppo impegnati a festeggiare quella data". Braga, poi, ha criticato i provvedimenti del governo: "Mentre avete cancellato Opzione donna, rendendo difficile andare in pensione, chi evade la farà franca grazie ai condoni. Il taglio del cuneo fiscale è insufficiente. Il Primo maggio, quando sarete chiusi nel palazzo per aumentare le disuguaglianze, noi saremo nelle piazze, al fianco ai lavoratori, dei giovani e dei precari".

Riccardo Riccardi, deputato del Movimento 5 stelle, ha commentato: "Ieri avete mostrato che non vi rendete conto del fatto che siete pagati lautamente per lavorare. Ci aspettavamo che Meloni andasse a chiedere scusa al Quirinale per quello che è successo. Una farsa, che ci preoccupa, ma soprattutto ci preoccupa il fatto che state distruggendo il futuro di questo Paese". Riccardi ha definito l'errore della maggioranza "una pagina vergognosa, una farsa".

Al contrario, il centrodestra si è espressa per sottolineare che l'errore di ieri non è legato a una crisi politica. "I partiti della maggioranza che sostengono il governo sono uniti, anche se sarebbe stato meglio concludere ieri l'esame del Def", ha detto il capogruppo di Forza Italia Paolo Barelli. "Il gruppo della Lega si prende la sua quota di responsabilità", ha aggiunto Riccardo Molinari del Carroccio, ma "non c'è nessuna crisi politica, quello che è successo è dovuto alla conseguenza della furia iconoclasta che ha portato al taglio dei parlamentari". Un taglio deciso con un referendum in cui, però, la Lega si era schierata a favore, come ricordato da Riccardo Magi di +Europa.

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