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Def, dalle privatizzazioni al taglio della spesa: ecco la base della politica economica di Renzi

Le misure contenute nel Documento di economia e finanza “garantiscono” il taglio dell’Irpef per i redditi medio bassi: ecco come.
A cura di Redazione
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Come vi abbiamo raccontato, al termine di una breve riunione, il Consiglio dei ministri ha approvato il tanto atteso Def, il documento di economia e finanza intorno al quale ruoterà la politica economica del Governo nei prossimi mesi. Come si legge nel comunicato ufficiale diffuso da Palazzo Chigi, l'obiettivo a medio termine è quello di "imprimere una forte accelerazione al processo di riforma strutturale dell’economia, per una nuova e sostenibile ripresa della crescita e dell’occupazione". Quando il testo completo sarà presentato in Parlamento conosceremo dunque anche le scadenze entro le quali il Governo si impegna a far approvare i provvedimenti ma soprattutto avremo le specifiche della modalità con la quale Renzi e Padoan sono riusciti a rispettare i vincoli europei e a trovare le risorse necessarie per i provvedimenti di maggiore impatto, come l'ormai noto bonus di 80 euro al mese nelle buste paga di chi guadagna fino a 25mila euro lordi all'anno. Va infatti considerato che il Governo ha già ridotto allo 0,8% le stime di crescita, spiegando che l'indebitamento atteso nel 2014 è pari al 2,6% del Pil, cifra che dovrebbe scendere all'1,8% nel 2015 e allo 0,9% nel 2016.

I fulcri intorno ai quali si muove il Def sono riassunti dalla nota di Palazzo Chigi:

  • La piena attuazione del processo di Revisione della spesa, con un cambiamento stabile e sistematico dei meccanismi di spesa pubblica; sono previsti risparmi per circa 4,5 miliardi nell’anno in corso, e fino a 17 per il 2015 e 32 per il 2016 rispetto al tendenziale. I risparmi conseguiti verranno principalmente utilizzati per la riduzione del cuneo fiscale. Il Governo intende istituzionalizzare il processo di revisione della spesa rendendolo parte integrante del processo di preparazione del bilancio dello Stato e delle altre Amministrazioni Pubbliche attraverso indicatori di impatto in grado di misurare l’efficacia e l’efficienza della spesa.
  • La riduzione del cuneo fiscale attraverso la diminuzione delle imposte sui redditi da lavoro dipendente per le fasce più basse potrà avere effetti di stimolo ai consumi e contribuirà alla riduzione della povertà nel breve termine. La riduzione dell’Irap nella misura del 10% l’anno a regime potrà avere effetti di stimolo all’occupazione nel medio termine. L’attuazione della legge di delega fiscale si configura come una riforma complessiva del settore per definire un sistema più equo, trasparente, semplificato e amico delle imprese, garantendo al contempo stabilità e certezza del diritto. La riduzione del gettito fiscale dovuta al taglio permanente delle tasse per un valore dei circa 10 miliardi l’anno sarà compensata a regime da una riduzione permanente della spesa pubblica di analogo valore.
  • L’accelerazione e rapida attuazione del programma di privatizzazione avviato dal precedente Esecutivo, attraverso un’opera di valorizzazione e dismissione di alcune società sotto controllo statale e di parte del patrimonio immobiliare. Le molteplici finalità sono la riduzione del debito pubblico, il recupero della spesa improduttiva, la riduzione dei contributi statali e il recupero di efficienza delle imprese interessate. La misura, è volta a produrre introiti attorno a 0,7 punti percentuali di PIL all’anno dal 2014 e per i tre anni successivi.
  • Il pagamento dei debiti commerciali arretrati da parte delle Amministrazioni pubbliche sarà completato grazie al consolidamento del meccanismo di finanziamento da parte dello Stato con impegno alla restituzione da parte degli enti debitori, alla disponibilità di ulteriori 13 miliardi di euro che si aggiungono ai 47 già stanziati dai precedenti governi, e infine a un meccanismo che consentirà alle aziende in attesa di incasso di cedere il proprio credito a favore di istituzioni finanziarie. Contestualmente verrà messo a regime un nuovo sistema di regolamentazione e monitoraggio che permetterà di rispettare i tempi di pagamento previsti dalla normativa comunitaria e impedire nuovamente l’accumularsi di arretrati; verrà così ridotta l’incertezza sistemica delle imprese con effetti positivi sulle decisioni di investimento.
  • Un’energica azione in materia di miglioramento dell’ambiente imprenditoriale e di attrazione di capitali esteri attraverso la semplificazione del rapporto tra imprenditore e amministrazione in senso ampio (fisco, autorità amministrative di autorizzazione e tutela, giustizia civile, ecc.). A questo si aggiunge il necessario superamento di un sistema imprenditoriale fortemente “banco-centrico”, grazie alla messa a disposizione e al rafforzamento di forme di finanziamento alternative al credito per le imprese, in particolare per quelle di piccole e medie dimensioni.
  • Un miglioramento e una semplificazione del mercato del lavoro attraverso il Jobs Act al fine di produrre un sistema più inclusivo e dinamico, superando le rimanenti segmentazioni e rigidità, contribuendo strutturalmente all'aumento dell'occupazione, soprattutto giovanile, e della produttività del lavoro. La maggiore flessibilità è volta alla realizzazione, a regime, di un contratto unico con forme di tutela progressiva. Una maggiore tutela del lavoro dipendente ma anche un sostegno più ampio all’iniziativa privata, attraverso facilitazioni per autoimprenditorialità, venture capital e in particolare imprenditorialità giovanile. Sarà rafforzata e maggiormente responsabilizzata la contrattazione decentrata al fine di garantire il coinvolgimento del lavoratore con l’azienda in modo da legare la retribuzione all’interesse comune della produttività.
  • La riforma della Pubblica Amministrazione e la semplificazione burocratica, la riforma della giustizia civile, penale e amministrativa, la valorizzazione del percorso scolastico e formativo dei giovani, l’aiuto alla ricerca e una valorizzazione del percorso di studi universitario, anche attraverso la cosiddetta Garanzia Giovani.

A queste misure il Governo si impegna ad affiancare un programma di investimenti specifici:

  • Piano scuola: vi sono circa 2 miliardi di risorse disponibili destinate alla scuola a cui possono attingere Comuni e Province per la messa in sicurezza degli edifici scolastici.
  • Nel Fondo di Garanzia vi sono 670 milioni di risorse aggiuntive nel 2014 e complessivamente oltre 2 miliardi nel triennio per le piccole e medie imprese.
  • Piano casa del valore di 1,3 miliardi per interventi destinati all’acquisto o alla ristrutturazione.
  • Investimenti previsti dalle Politiche di Coesione nel nuovo ciclo di programmazione dei fondi strutturali, nonché gli interventi contro il dissesto idrogeologico e la tutela del territorio.
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