Decreto Superbonus, in arrivo proposte di modifica alla Camera
Giovedì scorso è stato incardinato, in commissione Finanze alla Camera, il decreto Superbonus, con la relazione del relatore Guerino Testa (FdI). La prossima settimana, tra martedì e mercoledì è atteso un ciclo di audizioni, mentre è stato fissato alle 14 di giovedì 18 gennaio il termine per la presentazione degli emendamenti. "L'auspicio è che su un tema così importante ci sia un confronto sereno per tutelare famiglie, imprese e conti pubblici", ha detto Guerino Testa, relatore del provvedimento.
Entro la fine della settimana successiva, poi, si punta a chiudere l'esame in commissione, con il voto sul mandato al relatore a riferire in Aula, dove il decreto è atteso dal 29 gennaio. Sembra invece esclusa l'ipotesi circolata in un primo momento sulla possibilità che il provvedimento venga inglobato come emendamento ad un altro provvedimento: "Al momento non c'è", ha chiarito il relatore del decreto, Guerino Testa (FdI).
Il decreto Legge 29 dicembre 2023, n. 212 ("Misure urgenti relative alle agevolazioni fiscali di cui agli articoli 119, 119 -ter e 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77"), è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 29 dicembre, e deve passare al vaglio delle Camere per la conversione in legge.
Lo scorso 31 dicembre 2023 si è chiuso definitivamente il capitolo del Superbonus al 110%. Le uniche due concessioni a chi avrebbe voluto un prolungamento della misura sono state un sostegno a chi ha un reddito basso e una sanatoria per evitare di dover restituire il 110% a chi non termina i lavori.
Dal 1 gennaio 2024, dunque, la detrazione del 110% è scesa al 70%, mentre dal 2025 passerà al 65% Il Superbonus nella vecchia percentuale viene riconosciuto solo sui lavori eseguiti e asseverati entro il 31 dicembre 2023, con l'unica eccezione per chi ha un Isee inferiore ai 15mila (aumentato in base al numero dei componenti del nucleo familiare) ed entro il 31 dicembre 2023 avevano raggiunto uno stato di avanzamento dei lavori non inferiore al 60 per cento: il soggetto in questione può usufruire di un contributo statale per compensare la quota in detrazione sulle spese sostenute dal 1 gennaio al 31 ottobre 2024, "in modo che le fasce meno abbienti non debbano sostenere la differenza", ha spiegato Palazzo Chigi.
Per le famiglie e le imprese il decreto prevede anche una sorta di sanatoria: chi non ha terminato i lavori entro il 31 dicembre ed ha un credito fiscale con lo Stato non dovrà restituirlo, a patto che i lavori siano conclusi e che rispettino determinate condizioni, come il miglioramento di due classi energetiche. Si ricorda invece che per i lavori effettuati nel 2024, non ci sarà nessuna proroga: come detto, la detrazione scenderà al 70%.
Cosa dice il decreto sul Superbonus
Il decreto è composto da soli 4 articoli: contiene la modifica all'impianto normativo che regola il bonus edilizio, il bonus barriere architettoniche e il meccanismo delle opzioni alternative, cioè sconto in fattura e cessione del credito. Nel testo si spiega che in relazione ai cantieri avviati nel rispetto dei termini relativi alla normativa sul ‘Superbonus 110%', sarà riconosciuto il credito d’imposta per tutti lavori realizzati e asseverati al 31 dicembre 2023; per le opere ancora da effettuare, a partire dal 1 gennaio 2024 si confermano le percentuali previste a legislazione vigente (70%).
Inoltre, per tutelare i cittadini con i redditi più bassi e consentire la conclusione dei cantieri che abbiano raggiunto uno stato di avanzamento dei lavori non inferiore al 60% al 31 dicembre 2023, è previsto uno specifico contributo per le spese sostenute dal 1 gennaio al 31 ottobre 2024, destinato a chi ha un Isee sotto i 15mila, che andrà a compensare la differenza tra il 70% di agevolazione e il 110%. Il contributo verrà erogato, nei limiti delle risorse disponibili, dall’Agenzia delle entrate, secondo criteri e modalità determinati con decreto del ministro dell’Economia.