Decreto sicurezza bis, via le supermulte alle Ong: ma rimane la confisca delle navi
Il decreto sicurezza bis potrebbe cambiare. Non è di certo una novità. La nuova maggioranza, composta da Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, dal primo momento dell’accordo programmatico di governo ha fatto sapere di voler recepire i rilievi espressi dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sul provvedimento voluto dall'allora ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Ora si iniziano a prefigurare quali possano essere le modifiche da apportare al decreto sicurezza. Innanzitutto si parla dell’abolizione delle supermulte per le imbarcazioni che violano il divieto d’ingresso nelle acque territoriali italiane. Allo stesso tempo, però, dovrebbe rimanere la confisca delle navi che non rispettano le indicazioni delle autorità italiane, ma solo nel caso di recidiva.
I due interventi principali sul dl sicurezza bis, quindi, dovrebbero riguardare da vicino le Ong. La legge è in vigore dell’8 agosto, ma ora si avvicina il momento in cui recepire i rilievi del capo dello Stato. A lavorare alla nuova versione della legge dovrebbero essere i tecnici del Viminale e di Palazzo Chigi. Anche un altro aspetto del provvedimento potrebbe essere modificato, quello sull’individuazione dei criteri per l’applicazione delle sanzioni per chi viola il divieto d’ingresso. L’indicazione sembra essere quella di tornare a quanto previsto dal decreto in un primo momento, precedentemente al passaggio in Parlamento che ha irrigidito ulteriormente la linea sui migranti. La sanzione, cioè, andrebbe da 10 a 50mila euro per la violazione di eventuali divieti, mentre la confisca arriverebbe solamente in caso di recidiva.
Sulle modifiche al decreto sicurezza bis interviene anche il ministro degli Esteri e capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, intervistato da RaiNews24: “Sul decreto sicurezza abbiamo da compiere soltanto un atto dovuto: recepire le osservazioni del presidente della Repubblica, che non riguardano il sequestro di imbarcazioni, riguardano solamente la sproporzionalità delle multe, ma non la multa in sé e poi altre vicende che non riguardano i migranti”.