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Decreto Scuola, il governo ha posto la fiducia. Verso l’approvazione definitiva alla Camera domani

Il governo ha posto ieri la fiducia sul decreto Scuola, il cui voto definitivo è atteso per domani alla Camera. Il voto di fiducia è invece previsto per oggi pomeriggio. Il testo, già approvato dal Senato, contiene le regole per concludere l’anno scolastico in corso, e quelle per l’avvio del prossimo, oltre alle indicazioni per il concorso straordinario per 32mila docenti precari.
A cura di Annalisa Cangemi
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Sul decreto Scuola il governo ha posto la fiducia. Il provvedimento,  già approvato dal Senato (148 voti a favore e 77 contrari), deve essere convertito in legge entro il 7 giugno, pena la decadenza. Il testo non verrà più modificato. Contiene le regole per concludere l'anno scolastico in corso, alla luce dell'emergenza coronavirus, ma anche le norme per l'avvio del prossimo, e le indicazioni per il concorso straordinario per 32mila docenti precari, che insegnano da almeno tre anni.

La conferenza dei capigruppo ha stabilito il timing del voto: l'appello nominale dei 630 deputati è previsto per oggi pomeriggio, mentre il voto finale dovrebbe arrivare domani, venerdì 5 giugno. Nella seduta serale, dalle 20 alle 24 verranno illustrati gli ordini del giorno, il cui termine per la presentazione era possibile fino a questa mattina. Venerdì mattina alle 9 inizieranno invece le votazioni degli ordini del giorno, con i pareri del governo. A seconda del numero di questi documenti di indirizzo sarà fissata l'ora del voto finale sul decreto.

La tabella di marcia prevede quindi l'esame degli ordini del giorno, che si svolgerà oggi dopo il voto di fiducia, dalle 20 alle 24. Poi riprenderà venerdì dalle 9. Terminato l'esame degli odg, a seguire, si svolgeranno le dichiarazioni di voto e il voto finale sul provvedimento. La fiducia è stata posta subito dopo che l'Aula aveva respinto le questioni pregiudiziali presentate dal centrodestra, con 146 voti a favore e 267 contrari.

Dopo l'annuncio della fiducia posta dal governo sono iniziate le proteste in Aula: "È la fiducia numero 18 in nove mesi di governo", ha detto il deputato di Forza Italia Simone Baldelli, "anzi, visto che anche al Senato state per porne un'altra", sul decreto Imprese (cosa che è effettivamente avvenuta ieri pomeriggio) "le fiducie saranno 19 in nove mesi. State dando una sberla alle urla e grida e cialtronate che dicevate nella scorsa legislatura dai banchi dei 5 stelle". Dai banchi delle opposizioni, quando ha preso la parola il ministro D'Incà per porre la fiducia, si sono levati cori di dissenso e proteste in sottofondo.

Cosa c'è nel decreto Scuola

Uno dei punti più discussi del decreto Scuola è stato il concorso straordinario per 32mila docenti precari, che si svolgerà dopo l'estate, durante l'anno scolastico 2020/2021, con prova scritta a risposta aperta e non con test a crocette come avrebbe voluto la ministra dell'Istruzione Azzolina. La ministra aveva chiesto che il concorso si tenesse prima dell'avvio del nuovo anno scolastico. Per quanto riguarda l'esame al candidato verrà richiesta la conoscenza dell'inglese, oltre alle competenze nelle specifiche materie d’insegnamento. Per i vincitori ci sarà l’assunzione a tempo indeterminato con retrodatazione al settembre 2020. Nell'attesa i docenti verranno selezionati sulla base dei titoli e lavoreranno con un contratto a tempo determinato. Altra novità del dl riguarda il giudizio delle scuole primarie: non ci saranno più i voti in decimi ci sarà un giudizio descrittivo.

Le scuole riaprono a settembre: Azzolina convoca un tavolo

Come ha confermato ieri il presidente del Consiglio Conte durante la conferenza stampa, le scuole riapriranno a settembre, e si tornerà tra i banchi. La ministra dell'Istruzione Azzolina ha convocato un tavolo per oggi pomeriggio, che verrà presieduto dal premier Conte. All'incontro parteciperanno Enti locali, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Protezione Civile, Comitato tecnico-scientifico del Ministero della Salute, Sindacati, Forum nazionali delle associazioni studentesche, dei genitori, delle scuole paritarie, della Federazione italiana per il superamento dell'handicap. "Ho chiesto la partecipazione di tutti – ha detto la ministra – perché la scuola è un tema-Paese e va affrontato con la partecipazione di tutti gli attori coinvolti. Non poteva essere altrimenti. Ognuno farà la sua parte in questa sfida che ci vede impegnati con un obiettivo comune: tornare fra i banchi di scuola a settembre, in sicurezza".

Sindacati in sciopero l'8 giugno

Sull'accordo trovato per il concorso straordinario, e sul ritorno in classe, sono molto critici i cinque maggiori sindacati della scuola, Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, che hanno indetto uno sciopero per l'8 giugno. "La ripresa delle lezioni a settembre non può contare su organici stabili per l’assurda resistenza del Ministro e del Governo ad accogliere la nostra richiesta di un concorso straordinario per titoli che avrebbe garantito stabilità ai precari e continuità didattica agli alunni", ha spiegato Serafini, segretario generale dello Snals. Nei giorni scorsi la Commissione di garanzia per gli scioperi aveva invitato i sindacati a revocare la mobilitazione, in assenza dei 15 giorni di preavviso necessari per indire uno sciopero nel settore scolastico. Ma i sindacati hanno deciso di non ritirarlo, ritenendo che l'obbligo di preavviso di due settimane è legato esclusivamente alla necessità di comunicare alle famiglie la sospensione del servizio. A scuole chiuse quest'esigenza viene meno, per cui è sufficiente il preavviso di dieci giorni, previsto in via generale per i pubblici servizi.

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