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Decreto Pnrr, Conte: “Non vi lasceremo buttare dalla finestra questi soldi, M5s pronto a un tavolo”

Il M5s vota contro il decreto per l’attuazione del Pnrr alla Camera. Conte: “Il fallimento del Pnrr non sarebbe di Giorgia Meloni ma dell’Italia intera, e ci precluderebbe la possibilità del suo definitivo rilancio”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo l'esame degli odg al decreto sull'attuazione del Pnrr, alla Camera sono in corso le dichiarazioni di voto finale sul provvedimento. Ieri la Camera, con 196 voti a favore, 147 voti contrari e 6 astensioni (dalle minoranza linguistiche) aveva approvato la fiducia posta dal governo sul provvedimento, nel testo già approvato dal Senato. Il voto finale sul decreto è previsto a breve.

Questa mattina l'Aula ha esaminato gli ordini del giorno al decreto Pnrr. Bocciati entrambi gli ordini del giorno presentati da M5S e Avs contrari al termovalorizzatore di Roma. Hanno votato contro tutti gli altri gruppi, anche il Pd (come annunciato ieri dalla segretaria, Elly Schlein) e il Terzo polo. In particolare, l'odg del M5S impegnava il governo "ad adottare adeguate iniziative di carattere normativo e amministrativo volte a promuovere la gestione sostenibile dei rifiuti, escludendo la realizzazione di nuovi impianti di incenerimento e coincenerimento o che utilizzino rifiuti come combustibile, compresi i procedimenti autorizzativi di progetti di impianti non conclusi con il rilascio dell'autorizzazione, e favorendo la dismissione progressiva degli impianti esistenti, in coerenza con gli impegni assunti per la progressiva diminuzione della produzione dei rifiuti, con l'obiettivo primario di preservare la qualità dell'aria, ridurre gli impatti ambientali sul territorio e proteggere la salute pubblica da fenomeni potenzialmente inquinanti".

Per il M5s è intervenuto in dichiarazione di voto il leader Giuseppe Conte: "Di fronte al rischio di perdere i fondi del Pnrr, il M5s ha aperto la strada a un dialogo. Abbiamo un atteggiamento inflessibile davanti alle politiche inadeguate del governo, ma non possiamo restare a guardare su questa emergenza del Pnrr. Il fallimento del Pnrr non sarebbe il fallimento di Meloni, ma sarebbe il fallimento dell'Italia intera, e ci precluderebbe la possibilità del suo definitivo rilancio. Per questo il M5s ha deciso di non lasciare nulla di intentato".

"Abbiamo proposto al governo di sederci a un tavolo con le opposizioni, per rimediare ai ritardi collezionati in questi mesi. Abbiamo però posto due precondizioni: trasparenza per comprendere le ragioni dei ritardi e cosa non sta funzionando; la seconda è che ci sia un'apertura nei confronti delle proposte che arriveranno a questo tavolo. Vorrei approfittare per ringraziare alcuni esponenti della maggioranza per le aperture mostrate. Così come abbiamo accolto con favore la determinazione del Pd di voler accogliere questa nostra proposta. Non possiamo dire altrettanto del governo, a tre settimane dal nostro appello: ieri è stato anche bocciato un nostro ordine del giorno per creare un tavolo operativo per collaborare all'attuazione del Pnrr. Siamo preoccupati perché ci sono 3 o 4 linee di pensiero nel governo sull'attuazione del Pnrr. C'è addirittura chi si è espresso per proporre una rinuncia a parte di questi fondi. Alcuni esponenti della Lega giudicano questa una ‘frittata ormai fatta', addirittura c'è il retropensiero che questi prestiti siano una fregatura, e non un'occasione storica per rilanciare il Paese".

"Noi abbiamo un senso di responsabilità, per cui non ci possiamo issare sulla riva del fiume e aspettare che passino le spoglie litigiose di questa maggioranza e questo governo visto che vi fate opposizione da soli. Siamo preoccupati per le perdite di tempo. Voi non siete affatto pronti: i numeri parlano chiaro, secondo la Corte dei Conti c'è un quadro allarmante, i fondi più efficacemente spesi fin qui riguardano le nostre misure sull'industria e l'edilizia, che sono le misure che più caparbiamente avete contrastato il legge di bilancio. Se togliessimo questi comparti ci ritroveremmo solo al 6% delle risorse del Pnrr spese. Che dire poi delle polemiche sulla governance: avevamo proposto una cabina di regia a Chigi, poi è stata portata al Mef, ora ritorna a Chigi. Nel frattempo però si moltiplicano gli esperti. Noi difendiamo non un mio risultato ottenuto nel 2020, ma la possibilità di crescita per il nostro Paese. Nel Pnrr per esempio per la sanità ci sono 9 miliardi. Quando leggo che sulla missione salute abbiamo speso solo lo 0,5% mi tremano le vene e i polsi".

"Potremmo entrare anche noi nel facile gioco dello scaricabarile, abbiamo sfiorato il ridicolo, mi avete anche accusato di aver portato troppi soldi. Si tratta di spenderli bene questi soldi, si parla di circa 35 miliardi l'anno. Predisponetevi con umiltà a raccogliere questo nostro invito, perché non vi lasceremo la libertà di buttare dalla finestra questi soldi. Vi sentiamo spesso parlare di interesse nazionale, ma il patriottismo va dimostrato in concreto. È per questi motivi che non possiamo votare in modo favorevole, ma siamo pronti al confronto. Noi ci siamo per dare il nostro contributo".

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