Decreto Pnrr, arriva il via libera definitivo della Camera: come cambia la gestione del Piano
È arrivato alla Camera dei deputati il via libera definitivo al decreto Pnrr, approvato dal Consiglio dei ministri ormai quasi due mesi fa e prossimo alla scadenza. Il Parlamento ha convertito il testo il legge dopo il passaggio in Senato, anche se c'è stato bisogno di ricorrere nuovamente alla questione di fiducia a Montecitorio. Oggi il voto finale, con 171 sì, 112 no e 14 astenuti (il blocco di deputati dell'ormai ex Terzo polo). I parlamentari di Azione e Italia Viva si erano astenuti anche durante il voto in Senato della scorsa settimana. Ora il decreto è legge, con una serie di novità sulla gestione del Pnrr, mentre il governo continua ad accumulare ritardi su ritardi.
La parte principale del decreto riguarda, appunto, la gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nello specifico cambia la struttura della governance che gestisce il Pnrr, che non fa più capo al ministero dell'Economia ma alla presidenza del Consiglio. Qui nasce la struttura di missione Pnrr, che serve a rapportarsi con la Commissione europea e a supportare il lavoro del ministro Fitto. Inoltre viene istituito l'ispettorato generale per il Pnrr presso la ragioneria dello Stato, al Tesoro. C'è poi ampia discrezionalità per i singoli ministri, che possono così riorganizzare le strutture interne ai propri dicasteri.
Si tratta, in generale, si un pacchetto di misure volte ad accelerare la messa a terra del Pnrr e a ridurre i ritardi accumulati. Nel frattempo – nonostante le rassicurazioni del ministro Fitto – continuano i balletti del governo. Le date individuate per la rimodulazione del Piano sono sempre diverse e sempre posticipate nel tempo, mentre l'Unione europea aspetta delle risposte dall'Italia sull'organizzazione e sulla gestione. Ora è sempre più probabile che le modifiche non arriveranno prima dell'estate. Ultima data utile, per ora.