Decreto omnibus: il governo pone la fiducia. Nel provvedimento anche una moratoria sulle centrali nucleari
Il governo ha posto la questione di fiducia sul decreto cosiddetto omnibus. Un decreto che, come si evince dalla sua denominazione, contiene un po' di tutto: si va dall'aumento delle accise sui carburanti al rifinanziamento del Fondo Unico per lo Spettacolo, passando per la proroga del divieto per gli incroci tra tv e giornali, e la possibilità per la cassa depositi e prestiti di costituire un fondo per partecipare al capitale di imprese strategiche. Nel calderone, però, c'è anche la moratoria sulle centrali nucleari, una mossa un po' attesa e un anche un po' furba. La compagine governativa ha infatti dimostrato grande apprensione in vista del referendum del 12 e 13 giugno, un referendum che, data l'importanza dei quesiti, potrebbe anche far registrare uno storico quorum. Oltre al nucleare, infatti, i quesiti riguarderanno anche l'acqua pubblica e il legittimo impedimento.
Ad annunciare la decisione del governo di porre la fiducia sul decreto è stato Elio Vito, Ministro per i rapporti col Parlamento. Queste le parole del Ministro nella seduta odierna:
Considerati i tempi ristretti di scadenza del decreto a nome del governo, autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto numero 34 del 2011, nel testo approvato dalle commissioni, identico a quello approvato dal Senato.
Elio Vito ha poi precisato che la decisione di ricorrere alla fiducia è stata presa nel Consiglio dei Ministri dello scorso 19 maggio. Ovviamente non mancano le polemiche da parte dell'opposizione, in particolare del Partito Democratico che sottolinea come la decisione dell'esecutivo rappresenti solamente un tentativo di "sfuggire al voto degli italiani nel referendum indetto per il 12 e 13 giugno". Per partito di Bersani il provvedimento non lascia presagire alcun abbandono del piano nucleare, ma ne rappresenterebbe solamente un rinvio. Domani alle 13:45 la Camera si riunirà per le dichiarazioni di voto; le votazioni, poi, sono previste a partire dalle 15:10. Non ci sarà la diretta tv.