Cominciamo dalle novità e andiamo subito al sodo. Sono infatti stati approvati dalla Commissione Industria del Senato i primi emendamenti al decreto legge liberalizzazioni, varato dal Governo Monti e subito sotto il fuoco incrociato di polemiche e lamentele. A partire dallo spinoso nodo delle farmacie, sulle quali è stato raggiunto un accordo di massima che prevede l'apertura di circa 5.000 nuovi esercizi, individuando come criterio minimo la presenza di un esercizio ogni 3,300 abitanti, unitamente all'abolizione delle "quote riservate per i concorsi straordinari". Un provvedimento immediatamente contestato dai vertici di Federfarma, allo stesso modo della norma che prevede la vendita dei farmaci monodose con modifiche alle "modalità di confezionamento dei farmaci in relazione alle diverse tipologie di patologia". Ancora un nulla di fatto sui taxi, con la decisione su eventuali rilasci di nuove licenze che resterà prerogativa dei Sindaci (con il parere dell'Authority che non sarà vincolante).
Tesoreria unica e grandi eventi – Spiragli anche per la controversa norma che prevede la possibilità per gli unger 35 di costituire una società con solo un euro di capitale (il notaio dovrebbe svolgere gratuitamente le pratiche), mentre di grande impatto è l'approvazione dell'emendamento del Partito Democratico che toglie alla Protezione Civile la possibilità di gestire gli appalti per i grandi eventi. Un sostanziale compromesso invece è quello raggiunto sulle norme che obbligherebbero Comuni, Province e Regioni a versare il 50% della propria liquidità allo Stato (la cosiddetta Tesoreria unica grazie alla quale il Governo contava di recuperare circa 3 miliardi di euro). In pratica si attende un nuovo emendamento del Governo che in qualche modo cercherà di recepire le critiche degli enti locali, ma "senza stravolgere il senso del provvedimento dell'articolo 35".
Separazione Eni – Snam – Deciso anche lo scorporo fra Eni e Snam che dovrebbe avvenire entro il settembre del prossimo anno, una misura contestata dall'opposizione parlamentare e che certamente non mancherà di far discutere. Allo stesso tempo, la Commissione ha anche approvato un emendamento che introduce una tassa dello 0,08 per mille sul fatturato delle grandi imprese (che hanno ricavi superiori ai 50 milioni di euro annui) che servirà a finanziare l'Antitrust. Va ricordato, infine, che il decreto liberalizzazioni deve essere approvato entro il 24 marzo e già domani sarà in Aula.