video suggerito
video suggerito

Decreto Lavoro, nuova fiducia al Governo (158 sì e 122 no)

Il ministro per i Rapporti col Parlamento Boschi ha annunciato la volontà del Governo di porre la questione di fiducia sul decreto Lavoro che scadrà il 19 maggio. Via libera dal Senato.
A cura di Redazione
392 CONDIVISIONI
Immagine

Ore 17:00 – Sì del Senato della Repubblica alla fiducia sul decreto Lavoro del Governo Renzi: sono stati 158 i voti favorevoli e 122 quelli contrari. Al momento del voto ancora una contestazione da parte del Movimento 5 Stelle, con i senatori che si erano precedentemente ammanettati e avevano urlato alla "fine della democrazia", esplicitando la loro contrarietà sia nel merito del provvedimento fortemente voluto dal ministro Poletti, sia sulla scelta dell'esecutivo di apporre la fiducia in modo da non rischiare che il decreto decadesse (il termine ultimo, considerato il nuovo passaggio alla Camera, è il 19 maggio).

Video thumbnail

Il Governo porrà la questione di fiducia al Senato sul decreto Lavoro: l'annuncio ufficiale è stato formalizzato dal ministro per i Rapporti col Parlamento Maria Elena Boschi. Il testo che sarà dunque posto al voto del Senato della Repubblica è quello frutto dell'integrazione della Commissione Lavoro del Senato alla base approvata dalla Camera dei deputati. Ci sono modifiche sostanziali, a partire dal discusso stop alle assunzioni obbligatorie per le aziende che sforano il tetto del 20 percento di dipendenti a tempo determinato, che sono trasformate in sanzioni amministrative, con multe dal 20% al 50% del valore del contratto a tempo determinato. Escluse salla misura le aziende che operano nel settore della ricerca e quelle con meno di 5 dipendenti. C'è poi la modifica all'obbligatorietà della stabilizzazione degli apprendisti (dovrà essere assunto il 20% degli apprendisti nelle aziende con oltre 50 dipendenti), così come ci sono cambiamenti per quel che riguarda la formazione pubblica, con le Regioni che dovranno fornire tempi certi e percorsi chiari.

La decisione del Governo sembra in ogni caso determinata dal pericolo di decadenza del decreto (che deve essere convertito in legge entro il 19 maggio), come in parte sottolineato dallo stesso ministro Poletti: "Io credo che se oggi il Senato chiuderà la discussione, la prossima settimana la Camera potrà calendarizzarlo e quindi siamo tranquillamente dentro i tempi di conversione". Restano ovviamente i tanti dubbi di parte del Pd e le critiche di Forza Italia, ma soprattutto la contrarietà del Movimento 5 Stelle, che parla di una ulteriore ferita alla democrazia con l'apposizione del voto di fiducia sul maxi emendamento "in barba a tutto il lavoro svolto in Commissione e in Parlamento".

392 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views