Decreto Genova, Pd attacca il governo: “Penosi, il weekend è più importante dei cittadini”
Sul decreto Emergenze, il cosiddetto decreto Genova, al cui interno si trova anche una norma che, secondo le opposizioni, risanerebbe le case abusive crollate dopo il terremoto di Ischia, si sono moltiplicate nei giorni scorsi le polemiche delle opposizioni e soprattutto del Pd. Ma il governo continua a insistere che non ci sarà alcun ‘condono': "La prima formulazione su Ischia assolutamente non ci andava bene" – ha spiegato questa mattina Edoardo Rixi, parlamentare della Lega e sottosegretario alle Infrastrutture. La polemica era nata anche dopo gli scontri Lega-M5S sulla cosiddetta ‘manina' che, secondo Lugi Di Maio, aveva modificato il decreto fiscale proprio in materia di condono. Questa mattina è intervenuto anche il ministro dell'Ambiente Sergio Costa, a proposito dell'articolo 25, spiegando che lo Stato si è semplicemente impegnato a rispondere entro sei mesi a chi aveva fatto richiesta di condono anche 30 anni fa: "La risposta alla richiesta di condono potrà essere poi accolta, ma anche rigettata", ha sottolineato il ministro.
"La formulazione è venuta poi fuori dalla Commissione che prevede sostanzialmente il fatto che quelle domande che erano state depositate prima del 2003 – ha spiegato Rixi – dove c'è stato un condono fatto dal governo di centrodestra che era in carica nel 2003, e che sono state bloccate dalla regione di centrosinistra e non analizzate sino ad oggi, si è chiesto di analizzare quelle domande nel rispetto dei vincoli paesaggisti e dei problemi idrogeologici …. se no il rischio è che non si ricostruisce". Rixi ha rivendicato la tempestività dell'azione del governo: "Nell'alluvione del 2011 i soldi il governo li ha messi a disposizione delle imprese 4 anni dopo. Nel 2014 alluvione di nuovo a Genova il decreto è stato fatto quasi un anno dopo e i soldi sono arrivati alle aziende nel 2017. Noi nel 2018 abbiamo già fatto un decreto dove è indicato il Commissario della ricostruzione, non il Commissario dell'emergenza che è stato indicato 24 ore dopo. Sono stati stanziati 33 milioni di euro. Sono state aperte 3 linee ferroviarie, una strada".
Il M5S ha spiegato la norma in questione, contenuta nell'articolo 25: "Chi dice che stiamo facendo un condono non ha letto le norme. La ricostruzione non sarà sic et simpliciter, ci saranno comunque gli enti a controllare. Non sarà una ricostruzione selvaggia" – ha ribadito il vicepremier Luigi Di Maio – "Noi velocizziamo soltanto le pratiche per le case cadute per il terremoto. Inoltre, le norme riguardano solo tre comuni dell'isola di Ischia e solo le case colpite".
"Basta con le fake news sul Ischia: come ha ribadito anche il ministro Costa, il decreto Emergenze non introduce alcun condono edilizio. Il MoVimento 5 Stelle li ha sempre osteggiati e continuerà a farlo. La nuova norma prevede soltanto che entro sei mesi i Comuni rispondano alle richieste di condono del passato, alcune delle quali pendono da 30 anni!" – ha detto Alberto Zolezzi, deputato pentastellato – "Circa mille edifici sull'isola hanno subito danni e sono in attesa di sapere se il loro abuso può essere condonato o meno. Noi diciamo agli enti locali: fate presto a decidere, perché se sono abusivi i contributi per la ricostruzione se li scordano, se invece hanno diritto al condono riceveranno i fondi ma non per le volumetrie costruite senza permessi".
Il commissario per la ricostruzione Bucci ha spiegato che solo dopo la conversione del decreto in legge ci saranno gli stanziamenti necessari per agire: "Da questo punto di vista noi siamo operativi e possiamo iniziare a lavorare". Ma per i deputati dell'opposizione presenti ieri in commissione Bilancio, che ha dato parere favorevole (con delle condizioni che saranno recepite da emendamenti in Aula), la relazione del governo è stata molto lacunosa dal punto di vista delle coperture finanziarie. Il voto finale è comunque previsto per mercoledì 31, mentre gli emendamenti, in tutto circa 300, firmati da Pd, Forza Italia e LeU, saranno discussi lunedì e martedì. Dopo il voto della Camera il decreto passerà al Senato.
Per il rinvio dei lavori sul decreto sono arrivate le prime critiche. Alessia Morani ha pubblicato sul suo profilo Twitter una foto con dei bagagli: "Per il governo Genova può aspettare. Il weekend no! #vergogna".
"Sarebbe stato più saggio e rispettoso nei confronti di tutti rimanere anche oggi in Aula e lavorare sul decreto, né più né meno come farebbero in un'azienda privata quando bisogna urgentemente concludere un lavoro importante", le fa eco Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia.
Anche nei giorni scorsi gli attacchi si sono susseguiti sui social network. Il Pd, tramite Luigi Marattin, capogruppo in commissione Bilancio alla Camera, non fa sconti: "Ieri abbiamo assistito ad un penoso spettacolo di ritardi, mancanze e imprecisioni sul decreto Genova".
Il senatore Davide Faraone ieri ha twittato così: "Non è che fanno il condono? Nooo, accelerano le pratiche per il condono. Insomma, la stessa cosa. Quelli dell'onestà non sanno più come negare l'evidenza. Di Maio, per favore, stai sfiorando il ridicolo", con l'hashtag ‘#onestàabusiva'.
"Purtroppo Luigi Di Maio si ostina a non rispondere. Qualcuno può aiutarmi a chiedergli perché ha infilato nel decreto Genova un maxi condono per 28mila immobili a Ischia, terra terremotata con seri problemi di disseto idrogeologico? Grazie", ha scritto invece Anna Ascani.
Gli attacchi sono arrivati anche da LeU: "Il condono per Ischia purtroppo c'è e non è l'unica sanatoria del decreto per Genova, ed è pure fatto male. Di Maio dovrebbe smettere di fare propaganda e di mentire agli italiani, come ha fatto anche questa mattina dai microfoni di Radio24 parlando solo di ‘misure per accelerare le pratiche'. In realtà su Ischia il decreto prevede sanatoria e contributo pieno per la ricostruzione degli abusi danneggiati o crollati nel sisma dell'agosto 2017, anche in aree a rilevante rischio frane e a rischio sismico. E gli illeciti verranno sanati con i criteri del condono del 1985: il più permissivo. Perfino l'avvocato Molinaro, a fianco dei sindaci per il varo del condono, definisce oggi (ieri ndr) su Repubblica la norma ‘gattopardersca' e un ‘assoluto pasticcio'", ha detto la deputata Rossella Muroni.