Decreto Flussi, oggi il secondo click day per assumere lavoratori stranieri: 9500 posti per colf e badanti
Oggi, 4 dicembre, dalle ore 9, al via il secondo click day legato al decreto Flussi del 2023 (dopo quello del 2 dicembre scorso): il provvedimento non solo amplia il numero di ingressi previsti, ma prevede anche una quota degli ingressi riservata a lavoratori non comunitari nel settore domestico. Con questa procedura i datori di lavoro potranno agevolare l'immigrazione legale, assumendo lavoratori stranieri in Italia.
Sono 136mila i posti previsti per il 2023, 452mila per tutto il triennio 2023-2025. Il decreto si rivolge a diverse tipologie di lavoro: lavoro subordinato non stagionale, lavoro autonomo e lavoro subordinato stagionale. Per quest'anno previsti 52.770 ingressi per lavoro subordinato non stagionale, 680 ingressi per lavoro autonomo e 82.550 ingressi per lavoro subordinato stagionale. Dopo il 2 dicembre, le date da segnare nel calendario per il click day sono due, in base al Paese di provenienza e al tipo di professione da svolgere: quella di oggi, 4 dicembre, e poi martedì 12 dicembre.
Lo scorso 2 dicembre era dedicato alle domande per i lavoratori subordinati non stagionali, provenienti da Paesi che hanno accordi di cooperazione con l'Italia. Erano inclusi soltanto alcuni settori: autotrasporto merci per conto terzi, edilizia, comparto turistico e alberghiero, meccanica, telecomunicazioni, alimentare, cantieristica navale, trasporto passeggeri con autobus, pesca, acconciatori, elettricisti e idraulici. Oggi, 4 dicembre, è ancora dedicato al lavoro non stagionale, ma sono incluse persone che provengono da Paesi diversi da quelli indicati nella platea del 2 dicembre. In questo caso si tratta di domande per settori dell'assistenza familiare e sociosanitaria, come badanti e alle colf.
Il prossimo 12 dicembre toccherà invece ai lavoratori stagionali di settori come quello agricolo oppure alberghiero e turistico.
Come si fa domanda
Dovrà presentare la domanda per l’assunzione dei lavoratori stranieri il datore di lavoro, durante appositi click day. La precompilazione delle domande scadeva il 26 novembre. Per l'invio telematico delle istanze – sempre sul sito https://portaleservizi.dlci.interno.it/ – è richiesta un’identità SPID o la CIE. Tutte le domande vanno inoltrate entro il prossimo 31 dicembre (si procede in ordine cronologico). Qualora l'istanza non rientrasse in quota in base all'ordine cronologico di presentazione, il datore di lavoro visualizzerà sul portale Ali il seguente avviso "La pratica risulta al momento non in quota".
Al termine della fase di precompilazione – dal 30 ottobre al 26 novembre – risultano inserite 607.904 istanze, delle quali, in particolare, 253.473 relative al lavoro subordinato non stagionale, 260.953 relative al lavoro stagionale, 86.074 al settore dell'assistenza familiare e socio-sanitaria.
A chi si rivolge il click day del 4 dicembre
Oggi quindi i datori di lavoro che vogliono assumere un collaboratore familiare che necessita di un permesso di soggiorno potranno farlo. Il testo del decreto spiega che l'ingresso è consentito a "lavoratori subordinati non stagionali nel settore dell'assistenza familiare e socio-sanitaria: 9.500 unità nel 2023, 9.500 unità nel 2024 e 9.500 unità nel 2025".
In base alle ultime circolari ministeriali la retribuzione del nuovo lavoratore non potrà essere inferiore al minimo previsto per l'assegno sociale (503,27 euro mensili), su queste premesse del V Rapporto annuale sul lavoro domestici dell'Associazione Nazionale Famiglie Datori di Lavoro Domestico, che quantifica le potenziali entrate per le casse dello Stato saranno pari a 16 milioni.
Considerando i 9.500 lavoratori domestici e, mantenendo un approccio prudenziale, viene ipotizzato che i loro redditi si distribuiscano solo nelle prime tre classi di reddito possibili (6-10 mila; 10-15 mila; 15-25 mila). Per ogni classe viene individuato il reddito medio in relazione al quale viene calcolato l'IRPEF e le relative addizionali. Il valore medio è poi moltiplicato per la numerosità di lavoratori di ogni classe, ottenendo il gettito IRPEF e le addizionali IRPEF totali pari a 4,2 milioni di euro. A queste entrate vanno aggiunte quelle derivanti dai contributi assistenziali e previdenziali, calcolati in base ai dati INPS sui contributi versati per il lavoro domestico. Arrivando così a stimare 15,9 milioni di contributi assistenziali e previdenziali.
Sommando gettito IRPEF ed entrate contributive, si può stimare un gettito complessivo per le casse dello Stato pari a 20,1 milioni di euro. A questo importo vanno però sottratti gli effetti indiretti legati alla componente deducibile IRPEF del datore di lavoro ed al trattamento integrativo per il lavoratore domestico, per cui lo Stato dovrebbe "restituire" circa 3,9 milioni, riducendo il saldo delle entrate fiscali totali ad 16,2 milioni di euro.
Questo è l'impatto fiscale del primo anno del decreto Flussi, ma la programmazione riguarda tre anni e di conseguenza l'impatto fiscale crescerebbe di anno in anno, arrivando all'ultimo anno con l'ingresso totale di 28.500 addetti all'assistenza ad un introito complessivo tolti gli effetti indiretti di 48,6 milioni di euro.
Chi sono i datori di lavoro domestici interessati alla nuova procedura
Secondo i dati INPS forniti in esclusiva per l'Osservatorio DOMINA per il V Rapporto 2023, i datori di lavoro nel 2022 sono 977.929. Nella maggior parte dei casi hanno più di 60 anni ed è elevata la percentuale di chi supera gli 80 anni d'età (36%). Si registra una prevalenza di datori di lavoro di genere femminile (56,7%). Sono pochi i datori di lavoro stranieri, infatti nel 93,8% dei casi si tratta di datori di lavoro italiani. In 8 regioni risiedono oltre il 77% dei datori di lavoro domestico; la Lombardia è la regione con la maggiore presenza (19%), subito seguita dal Lazio (16,3%).