Decreto Elezioni, cosa dice l’emendamento di Fratelli d’Italia per il voto ai fuorisede
Consentire ai fuorisede di votare alle elezioni anche dal proprio Comune di domicilio, senza dover così per forza rientrare a quello di residenza: è quanto richiedere un emendamento presentato da Fratelli d'Italia al decreto Elezioni e depositato in commissione Affari costituzionali del Senato. Se approvato, consentirebbe ai fuorisede di votare nel Comune di domicilio già a partire dalle prossime elezioni europee.
L'emendamento è stato firmato da tutti i senatori del partito di Giorgia Meloni in commissione a Palazzo Madama – Marco Lisei, Andrea De Priamo, Domenica Spinelli e Costanzo Della Porta – cioè la stessa commissione che proprio in queste settimane sta esaminando un disegno di legge già approvato alla Camera per introdurre il voto fuorisede. Il disegno di legge, però, consiste in una delega al governo che sarebbe chiamato entro due anni a emanare le norme necessarie: se approvato, invece, l'emendamento al dl Elezioni entrerebbe immediatamente in vigore.
Veniamo al contenuto dell'emendamento. Si prevedono due casi diversi. Il primo avviene quando uno studente fuorisede si trova appunto in un Comune diverso da quello di residenza, ma comunque all'interno della stessa circoscrizione elettorale: potrà votare nella città di temporaneo domicilio in una apposita sezione elettorale, dal momento che si tratta degli stessi partiti e degli stessi candidati non si creeranno problemi per i conteggi. Un secondo caso, invece, è quello del fuorisede che si trova in un'altra circoscrizione elettorale: dovrà votare in una speciale sezione elettorale del capoluogo di regione, dove potrà esprimere la preferenza per i partiti e i candidati della circoscrizione dove ricade il suo Comune di residenza.
Il testo dell'emendamento stabilisce poi che i fuorisede intenzionati a esercitare questo diritto dovranno presentare "tramite persona delegata o mediante l'utilizzo di strumenti telematici, apposita domanda al Comune nelle cui liste elettorali sono iscritti". E infine: "La domanda è presentata almeno trentacinque giorni prima della data prevista per lo svolgimento della consultazione ed è revocabile entro il venticinquesimo giorno antecedente la medesima data".