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Decreto dignità, Luigi Di Maio contro Vincenzo Boccia (Confindustria): “Inseriremo incentivi per i contratti a tempo indeterminato”

Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio si è confrontato con il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia sul decreto dignità. Rispetto ai contratti a termine, Di Maio ha dichiarato che saranno previsti degli incentivi per le stabilizzazioni con contratti a tempo indeterminato ma il presidente Boccia ha criticato il ritorno delle causali perché potrebbero provocare problemi e portare all’ingolfamento dei tribunali del lavoro.
A cura di Charlotte Matteini
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In prima serata su La7, ospite a Bersaglio Mobile, Luigi Di Maio si è scontrato con il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia sul decreto dignità. Di fronte alle critiche avanzate da Boccia, Di Maio ha replicato, parlando del divieto di pubblicità per il gioco d'azzardo, che il decreto si inserisce in un'ottica di contrasto alla ludopatia e che "lo Stato ha una funzione sociale ed etica" e dunque è necessario. "Vietare la pubblicità a tutti significa che allora quelle imprese vanno chiuse oppure se c'è una dimensione di legalità allora la pubblicità va permessa e il gioco tutelato. Non si possono però cambiare le regole in corsa. Noi non stiamo dicendo che il gioco d'azzardo non vada combattuto, ma stiamo dicendo che la norma provocherebbe dei danni a delle imprese legali", ha replicato Vincenzo Boccia.

"Non penso di creare occupazione con un decreto, il decreto punta a ripristinare diritti", ha dichiarato Di Maio parlando della stretta relativa ai contratti a termine prevista dal decreto dignità. "Inseriremo anche degli incentivi per stabilizzare ulteriormente il contratto a tempo indeterminato", ha inoltre annunciato il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico. Di parere opposto è il presidente di Confindustria, che ha parlato della necessità di "togliere la causale fino ai 24 mesi. Il punto non è diritti sì o diritti no. Ma il fatto che l'incertezza riguarda tutta l'economia. E l'imprenditore non ha certezza sul futuro". 

Affrontando il nodo Ilva, Di Maio ha dichiarato di essere intenzionato a gestire con il massimo della responsabilità la situazione. "Al ministero dello Sviluppo Economico quando sono arrivato c'era già un contratto firmato che prevedeva l'affitto dei rami d'azienda di Ilva ad Arcelor Mittal. Dallo studio delle 23mila pagine del dossier e dopo gli incontri con tutti gli attori in gioco abbiamo detto che noi abbiamo due interessi, ovvero garantire ai residenti a Taranto di tornare a respirare e mantenere i livelli occupazionali. Noi speriamo che da Arcelor Mittal arrivino delle controproposte migliorative. Io sono un garante e non voglio mettere la faccia dello Stato in una trattativa che tra qualche mese potrebbe finire in un nulla di fatto e dunque devo valutare al meglio la situazione, non posso permettere che tra qualche mese – come spesso accade – gli operai tornino da me per dirmi che l'azienda che si era impegnata a fare una serie di cose non ha in realtà rispettato i termini degli accordi".

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