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Decreto Cutro all’esame del Senato: ritirato maxiemendamento canguro della maggioranza, domani il voto

L’Aula del Senato è impegnata nell’esame degli oltre 300 emendamenti al decreto Cutro sull’immigrazione. Domani alle 11 il voto sul provvedimento.
A cura di Annalisa Cangemi
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AGGIORNAMENTO: Proseguono i lavori nell'Aula del Senato, impegnata nell'esame del decreto sull'immigrazione varato a Cutro. Si è conclusa la discussione generale e al momento la seduta, dopo una pausa, è ripresa con il voto sugli oltre 330 emendamenti presentati al disegno di legge di conversione del decreto. Il voto sul provvedimento è invece atteso per domattina intorno alle 11 (le dichiarazioni di voto finale sul provvedimento inizieranno domani mattina alle 10), secondo il calendario concordato dalla conferenza dei capigruppo. Il testo sarà poi trasmesso alla Camera – dove il governo sarebbe già orientato a porre la fiducia, al contrario rispetto a quanto è stato deciso a Palazzo Madama) per il via libera definitivo: il provvedimento deve essere convertito in legge entro il 9 maggio.

Cosa dicono gli emendamenti al decreto Cutro

Una quindicina delle proposte di modifica del decreto sono firmate da tutto il centrodestra e contengono diverse istanze dei partiti, soprattutto quelle della Lega, a partire dall'aumento dei termini di trattenimento del Centri per il rimpatrio. Sul tavolo ci sono anche gli emendamenti del governo, che ha depositato due testi sulla falsariga di quanto fatto in commissione (con misure, tra l'altro, per il potenziamento delle strutture governative di prima accoglienza, la gestione del centro di Lampedusa affidato alla Croce Rossa, la stretta sulla protezione internazionale, sui trattenimenti e i rimpatri); una terza proposta che riguarda una procedura per accelerare lo "smaltimento" dei ricorsi contro il diniego delle domande di protezione internazionale e una quarta sull'istituzione di una postazione del 118 a Lampedusa.

Ritirato invece dopo le proteste delle opposizioni, l'emendamento ‘canguro' di maggioranza all'articolo 1, sostitutivo degli articoli dal 2 al 10, un maxiemendamento che inglobava quasi per intero il decreto sull'immigrazione, che avrebbe fatto decadere le proposte di modifica della minoranza e di fatto annullato il dibattito, scatenando l'ira del Partito Democratico: si procederà ora con votazioni emendamento per emendamento, con la maggioranza compatta sui propri testi unitari e su quelli del governo.

"Eravamo molto irritati – ha detto il capogruppo del Pd Francesco Bocciaperché ritenevamo violato il patto di lealtà che deve essere sempre rispettato quando si discute le regole del gioco. Do atto la presidente La Russa di aver fatto ritornare i gruppi agli impegni di ieri".

Maggioranza chiede di modificare emendamento su protezione speciale

La maggioranza in Aula ha chiesto di riformulare l'emendamento unitario del centrodestra all'articolo 7 del dl Cutro che riguarda la protezione speciale. A prendere la parola, nell'aula del Senato, Maurizio Gasparri (Fi) il quale ha chiesto al governo di espungere un comma del proprio testo, che a sua volta sopprimeva dalla legge quadro sull'immigrazione i riferimenti alla legislazione internazionale sulla tutela dei diritti umani per quanto riguarda le richieste di permesso da parte degli immigrati. Ne è seguita una bagarre con le proteste dell'opposizione e il capogruppo del Pd Andrea Giorgis ha definito quantomeno "irrituale" una richiesta di riformulazione da parte di un proponente al posto del governo.

"Forse la maggioranza e il Governo – ha detto il senatore Giorgis – hanno capito che a questi obblighi internazionali di rispetto dei diritti umani non possiamo sottrarci, come è stato specificato dalla nota del Quirinale. Voglio sperare si siano resi conto che l'unica eventuale conseguenza di una soppressione della protezione speciale sarebbe un contenzioso infinito, perché gli obblighi internazionali permangono e quindi hanno deciso di rinunciare". 

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