Decreto Covid, rafforzato scudo penale per operatori sanitari: punibili solo per colpa grave
Il Senato ha approvato un emendamento al decreto Covid che introduce per la responsabilità penale degli operatori sanitari una limitazione riguardante i soli casi di colpa grave. Come spiega il ministro della Salute, Roberto Speranza, “il Senato ha approvato un emendamento particolarmente atteso dal mondo medico e sanitario e che ha visto impegnati insieme il ministero della Salute e quello della Giustizia, con l’obiettivo di limitare la responsabilità penale ai soli casi di colpa grave, per eventi avvenuti nella fase dell’emergenza Covid-19. Credo che sia un provvedimento giusto, che dà un segnale importante a chi ha lavorato in primissima linea in una fase così dura ed ha aiutato il Paese con il massimo dello sforzo e dell’impegno”. Il decreto Covid ha ricevuto oggi il via libera del Senato: ora passa all’esame della Camera per l’ok definitivo.
Elvira Evangelista, vicepresidente della commissione Giustizia e senatrice del Movimento 5 Stelle, è la prima firmataria dell’emendamento: “Abbiamo chiamato eroi i nostri operatori sanitari che hanno dovuto combattere una vera e propria guerra contro un virus sconosciuto. Adesso è il momento di proteggerli e lo facciamo grazie a un emendamento del MoVimento 5 Stelle approvato, insieme all’emendamento del relatore, al decreto Covid prevedendo che, durante lo stato di emergenza epidemiologica da SARS-Cov-2, i fatti di cui agli articoli 589 e 590 del codice penale, commessi nell’esercizio di una professione sanitaria e che trovano causa nella situazione di emergenza, siano punibili solo nei casi di colpa grave”.
Per valutare l’eventuale colpa degli operatori sanitari l’emendamento prevede che il giudice tenga conto, “tra i fattori che ne possono escludere la gravità, della limitatezza delle conoscenze scientifiche al momento del fatto sulle patologie da SARS-Cov-2 e sulle terapie appropriate, nonché della scarsità delle risorse umane e materiali concretamente disponibili in relazione al numero dei casi da trattare, oltre che del minor grado di esperienza e conoscenze tecniche possedute dal personale non specializzato impiegato per far fronte all’emergenza”. Di fatto, come ricorda ancora Evangelista, con l’emendamento si considera anche la difficile situazione in cui si è ritrovato chiunque nel mondo con lo scoppio di una pandemia imprevista e su cui c’era una completa carenza di informazioni nei primi mesi, trattandosi di un virus sconosciuto.