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Decreto Covid, cambiano i parametri per le Regioni: quando scatta la zona gialla, arancione e rossa

Il governo ha deciso, si cambiano i parametri che determinano i colori delle Regioni. Il decreto Covid è pronto: addio all’incidenza, resa centrale solo qualche mese fa. D’ora in poi tutto si baserà sull’occupazione dei posti letto negli ospedali in terapia intensiva e in area medica: scatta la zona gialla quando si supera il 10% in rianimazione e il 15% per le ospedalizzazioni, poi rispettivamente il 20% e 30% per la zona arancione e il 30% e 40% per la zona rossa.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Dopo giorni di discussioni, incontri e scontri ci siamo: il governo sta per varare un nuovo decreto legge e, tra le novità messe in campo, c'è la modifica dei parametri che decidono i colori delle Regioni. Niente zona gialla, perciò, per chi temeva di finirci da lunedì. Con il decreto che uscirà dal Consiglio dei ministri, l'indicatore più importante non sarà più l'incidenza ma il tasso di occupazione di terapie intensive e posti letto in area medica. La soglia massima prima del passaggio in zona gialla viene fissata al 10% di occupazione delle rianimazioni e al 15% per le ospedalizzazioni. A salire: in zona arancione ci si va se si supera il 20% dei posti occupati nelle terapie intensive e il 30% nelle aree mediche, la soglia per la zona rossa è rispettivamente 30% e 40%.

Le richieste delle Regioni per i nuovi parametri

I presidenti delle Regioni, che per primi hanno insistito su una riformulazione dei parametri che determinano il passaggio tra le zone colorate, avrebbero voluto delle soglie massime per passare in zona gialla più alte. Dalle interlocuzioni di questi giorni, cominciate già da lunedì e poi intensificatesi tra martedì e mercoledì, emergeva un quadro chiaro: i governatori si sono seduti al tavolo chiedendo di non utilizzare il green pass se non per discoteche e grandi eventi, ma anche di utilizzare come limite massimo prima di far scattare la zona gialla la soglia del 20% di occupazione delle terapie intensive e del 30% dei posti letto in area medica. Insomma, si è raggiunto un compromesso con quanto indicato invece dal Comitato tecnico scientifico, che in un primo momento aveva chiesto 5% per le rianimazioni e 10% in reparto.

Cosa dice Gimbe: ospedalizzazione non basta

Secondo la fondazione Gimbe tarare i parametri sugli indici ospedalieri è un "rischio non calcolato". I ricercatori spiegano che, proprio perché in questa fase la campagna di vaccinazione è più avanzata e all'aumentare della circolazione del virus ci dovrebbe essere un impatto minore sugli ospedali, tarare i nuovi parametri per definire i colori delle Regioni interamente sugli indici ospedalieri è un vero e proprio rischio. Sia perché si perde di vista la circolazione del virus, ma anche e soprattutto perché non sono affatto indicatori tempestivi. È evidente ormai, a un anno e mezzo dall'inizio della pandemia di Covid, che la curva dei ricoveri cresce in ritardo rispetto a quella dei contagi.

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