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Decreto Caivano: un anno dopo le carceri minorili esplodono, ma i reati commessi dai minori diminuiscono

Un rapporto dell’associazione Antigone denuncia: “Non avevamo mai visto nulla di simile”. In 22 mesi la popolazione nelle carceri minorili è quasi raddoppiata, portando alla chiusura del sistema e a sempre più frequenti rivolte, arrivando a snaturare velocissimamente lo stesso senso della giustizia minorile.
A cura di Valerio Renzi
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Su Fanpage.it ieri abbiamo raccontato, a partire dal carcere di Casal del Marmo a Roma, cosa sta succedendo nell'universo penitenziario minorile come effetto del cosiddetto Decreto Caivano. Oggi un rapporto dell'associazione Antigone conferma con la forza dei numeri e delle percentuali, quello che sta accadendo. E lo fa con un tono decisamente irrituale: "Non avevamo mai visto nulla di simile. Nonostante la nostra lunga esperienza nel monitoraggio delle carceri italiane, è la prima volta che troviamo un sistema minorile così carico di problemi e denso di nubi. La nostra preoccupazione cresce di giorno in giorno. Non riusciamo a immaginare come potrà finire questa storia".

Si è tornati nel giro di pochi mesi a un modello antecedente al 1988, anno in cui viene normato il funzionamento degli Istituti Penali per i Minorenni (IPM). Le carceri minorili vanno sempre di più chiudendo all'esterno, e diventano sempre più invivibili a causa dell'aumento della popolazione carceraria. Per questo sale la tensione, che si traduce in rivolte e tentativi di evasione, come accaduto a Casal del Marmo, e come ha raccontato alle telecamere di Fanpage.it un giovane ex detenuto da poco rilasciato.

"Si continua a chiudere in carcere dei minorenni senza alcun progetto educativo, senza alcun piano di accoglienza, senza alcuna possibilità di reintegrazione sociale", sottolinea Antigone. Un processo velocissimo, che ha come corrispettivo l'esplosione delle proteste e la loro successiva criminalizzazione. Un processo velocissimo che sta svuotando di senso dall'interno il sistema della giustizia minorile, un sistema "che tutta Europa ci ha invidiato", proprio per la sua capacità "di differenziarsi dalle carceri per adulti e di proporre un approccio educativo e non esclusivamente repressivo".

Il primo dato significativo ha a che fare con le presenze in carcere, costantemente in aumento dal varo del Decreto Caivano: il 15 settembre del 2024 i ragazzi e le ragazze detenuti negli IPM erano 569, da febbraio sono stabilmente sopra le 550 presenze. All'insediamento del governo Meloni i giovani detenuti erano 392, un dato in linea con gli anni precedenti, e che ha conosciuto successivamente un'impennata portando il sistema a scricchiolare. In 22 mesi le presenze degli IPM sono aumentate del 48%!

Un aumento a cui non è corrisposto un investimento di nessun tipo. E questo perché gli istituti minorili sono oggi pensati per "neutralizzare" i detenuti, dove finiscono non gli autori dei reati più gravi (quelli contro la persona sono una piccola minoranza), ma i ragazzini che si macchiano di reati contro il patrimonio o connessi agli stupefacenti, una popolazione carceraria quindi composta da giovanissimi che vivono una condizione di marginalità sociale. Per loro il sistema non ha altro posto, a cominciare dai giovani migranti non accompagnati, e ha deciso di sbatterli in cella. Il dato più incredibile è che a fronte dell'aumento della popolazione carceraria, i reati compiuti da minori nel 2023 sono diminuiti del 4,15%: non esiste dunque nessuna emergenza "baby gang", se non quella alimentata dalla politica e da alcuni media.

A seguito del Decreto Caivano gli IPM sarebbero ancora più pieni se non fosse che lo stesso decreto prevede il trasferimento al sistema carcerario degli adulti, una volta diventati maggiorenni, con molta più discrezionalità e velocità di quanto avvenisse prima. Solo per questo probabilmente gli IPM dove si registra un sovraffollamento oltre la massima capienza sono "solo" 12 su 17, e anche i cinque non in una situazione di sovraffollamento al momento in cui il rapporto è stato redatto, erano comunque al limite della capienza.

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