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Decreto Autovelox pubblicato in Gazzetta ufficiale, cosa cambia: le nuove regole e tutte le novità

Oggi il decreto autovelox sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Si tratta di un provvedimento che mette fine “alla giungla delle migliaia di autovelox selvaggi in tutta Italia”, secondo il ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Tante le novità, dall’eliminazione dei dispositivi sotto i 50 km/h, passando per l’obbligo, nelle strade extraurbane, che gli autovelox siano segnalati almeno 1 km prima. Ecco nel dettaglio tutti i punti del nuovo decreto.
A cura di Luca Capponi
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Il decreto Autovelox voluto da Matteo Salvini verrà pubblicato oggi, martedì 28 maggio 2024, in Gazzetta Ufficiale. Si tratta di un provvedimento che impone regole stringenti sull'utilizzo e la collocazione dei rilevatori di velocità e che, secondo quanto ha dichiarato più volte il ministro dei Trasporti, metterà fine "alla giungla delle migliaia di autovelox selvaggi in tutta Italia".

La misura sugli autovelox era attesa da oltre 13 anni, cioè dalla legge 120 del 2010, ultimo intervento normativo sul tema. Il decreto restringe il campo di azione dei rilevatori di velocità, in primis per quanto riguarda la loro collocazione: ad esempio, fuori dai centri abitati dovranno essere segnalati almeno 1 km prima della loro presenza. Vengono poi rivisti i casi in cui si potrà procedere alla contestazione immediata e l'intera disciplina – in termini di dove posizionare gli autovelox – viene sottratta alle amministrazioni locali per essere affidata ai prefetti. Vediamo nel dettaglio tutte le novità del decreto e cosa cambia per chi guida.

Il cartello dell'autovelox deve essere almeno 1 km prima

"Gli autovelox dovranno essere segnalati in anticipo nel rispetto delle distanze minime, almeno 1 km fuori dai centri urbani, e tra un dispositivo e l'altro dovranno intercorrere delle distanze specifiche". Il ministro dei Trasporti Salvini ha annunciato così una delle modifiche più importanti del nuovo decreto. Da una parte, tra l'avviso del controllo elettronico di velocità e il dispositivo dovrà esserci una distanza di almeno 1 km sulle strade extraurbane. La distanza sarà invece di 200 metri sulle strade urbane a scorrimento e di 75 metri sulle altre strade.

Dall'altra, tra i diversi rilevatori di velocità dovrà esserci una distanza minima. Anche le distanze tra i vari autovelox saranno diverse a seconda del tipo di strada (urbana o extraurbana). L'obiettivo è quello di evitare la successione di più multe nello stesso tratto di strada e anche quello di garantire più certezza e trasparenza per chi è alla guida. Un intervento che va nella stessa direzione di quello, sul Codice della strada, che prevede si paghi una sola multa per eccesso di velocità nel caso in cui se ne prendano molte sulla stessa strada nel giro di un'ora.

Niente più rilevatori fissi sotto i 50 km/h

Un'altra importante novità del decreto riguarda lo stop agli autovelox sotto i 50 km/h. Si parla dei rilevatori fissi: in questi casi, quindi, sarà possibile solo la contestazione immediata delle volanti mobili. Al di fuori dei centri abitati i dispositivi potranno essere installati dove il limite è inferiore di oltre venti chilometri a quello previsto dal Codice della strada, "salvo specifiche e motivate deroghe". Questo significa che ad esempio nelle strade extraurbane principali, dove il limite è di 110 km/h, il rilevatore potrà essere utilizzato solo quando il limite di velocità è fissato ad almeno 90 km/h, ma non per limiti inferiori. Questa scelta è stata giustificata dal ministro Salvini con l'esigenza di eliminare "gli autovelox trappola", incentivando invece l'introduzione di dispositivi nei luoghi affollati come le scuole e gli ospedali.

Le nuove regole sulla contestazione immediata delle multe

Il decreto Autovelox disciplina i casi in cui si può procedere alla contestazione immediata. Come abbiamo detto, sotto i 50 km/h orari la contestazione immediata sarà ancora possibile. Si potranno utilizzare dispositivi che si trovano su un veicolo in movimento – senza contestazione immediata – solo qualora non sia possibile collocare postazioni fisse o mobili. È però necessario, in qualsiasi caso, che gli autovelox a bordo delle macchine delle forze dell'ordine siano adeguatamente riconoscibili.

Inoltre, la collocazione degli autovelox viene sottratta alle amministrazione locali. Saranno i prefetti a determinare i tratti di strada in cui posizionare i rilevatori. Non potranno farlo ovunque, ma solo in aree che siano riconosciute come ad alto tasso di incidenti, e dove sia difficile o impossibile effettuare la contestazione immediata a causa delle condizioni strutturali in cui si trova strada.

Cosa devono fare adesso i sindaci e cosa succede con l'omologazione

I Comuni avranno 12 mesi di tempo per adeguare gli autovelox alle nuove regole. Nel testo non si fa però riferimento al problema dell’omologazione dei dispositivi. La questione è stata oggetto di una recente sentenza della Corte di cassazione, che ha annullato la multa comminata a un avvocato di Treviso perché l'autovelox che aveva segnalato la sua infrazione era, sì, autorizzato, ma non omologato. La sentenza ha creato un precedente e spianato la strada a una serie di ricorsi per lo stesso motivo. È probabile che il ministro Salvini abbia intenzione di risolvere questo problema entro l'estate, con il nuovo Codice della strada. Fino a quel momento rimane quindi aperta la strada del ricorso per le multe emesse da autovelox di questo tipo.

Quanto incassa lo Stato con gli autovelox

Una stima del Codacons afferma che l’Italia sia il primo Paese in Europa per numero di misuratori installati lungo le strade: ogni 1000 km ce ne sarebbero 23, pochi in più dei 20 del Regno Unito. Germania, Francia e Spagna ne avrebbero rispettivamente 7, 4 e 3. Secondo i dati del Ministero dell’Interno, nel 2022 le principali venti città italiane hanno guadagnato più di 75 milioni grazie alle multe tramite autovelox. Si è trattato in quell'anno di una crescita del 61,7% rispetto al 2021, quando l'incasso fu di quasi 47 milioni.

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